L’abbazia di San Salvatore o Santa Maria in Insula è l’ennesimo insediamento benedettino documentato sul sito “TUMA” – www.turismomacerata.it – realizzato dalla Fondazione Carima per diffondere la cultura del nostro territorio. Ubicata nella frazione di Monastero, l’abbazia di San Salvatore o Santa Maria in Insula fu fondata da San Romualdo nel 1009. Qui i benedettini rimasero fino al 1050 per poi trasferirsi nella chiesa ginesina di San Pietro, oggi San Francesco, ritornando solamente nel 1281 in seguito al’’editto di Onorio III e su invito dello stesso comune di San Ginesio. La struttura è con il presbiterio rialzato e presenta in due nicchioni che si fronteggiano dipinti policromi di buona fattura. Alla precedente chiesa romanica appartiene la cripta, ben conservata e strutturata in cinque navatelle con volte a crociera, scandite da colonne e pilastri, con pregevoli capitelli decorati con motivi vegetali e animali stilizzati. Dopo l’abbandono, l’edificio, che era a tre navate, presentava problemi statici che imposero di trasformare la navata destra in dormitorio e di demolire la navata di sinistra e l’abside. L’esistenza di elementi costruttivi e architettonici documentano la presenza di una costruzione romana fortificata e, dall’anno 700, di un piccolo tempio benedettino su cui fu poi eretta la chiesa da San Romualdo. La recente sovrapposizione di case coloniche sul lato destro ha in parte modificato l’aspetto esterno del tempio. L’abbazia presenta tracce di quattro torri cilindriche agli angoli, due posteriori di pietra spugna, di epoca tardo romana e due avanti di pietra rosata coève alla chiesa romanica del XII secolo. L’asperità e l’isolamento del luogo, che da lontano guarda San Ginesio, giustificano la presenza delle quattro torri cilindriche, che sembrano avere una funzione difensiva dagli assalti, assai frequenti nella zona.
Fernando Pallocchini
06 febbraio 2017