Quando il medico diceva che per un anziano era necessario un trattamento con “caldo asciutto” per i dolori reumatici (altrimenti detti: dolori romantici) si provvedeva alla cura, naturalmente e sempre nel modo meno costoso e più efficace. Aperto il forno subito dopo aver sfornato il pane, appena la temperatura scendeva a un giusto livello, l’uomo o la donna venivano stesi all’interno del forno stesso e lasciati lì, con la testa fuori, finché il tutto non si era raffreddato. Poi venivano aiutati a uscire. Questo era sicuramente il “fornetto” o il “termoforo” dei poveri, ma non era meno efficace del fornetto elettrico o del termoforo elettrico che avevano gli ospedali e, soprattutto, era realizzato in casa, quindi gratuito. Quando si prendeva un “sberbecata” (italica distorsione) o si urtava con violenza contro qualcosa e ci si procurava gonfiore e dolore, si ricorreva a un altro rimedio. Si prendevano due mattoni da costruzione che si riscaldavano ben bene nel forno o sulla brace del camino e venivano poi posti, a turno (unu va ‘n’andru vène), sulla parte gonfia e dolorante. Questo trattamento si usava anche per i dolori reumatici localizzati. Dove era possibile, lungo la fascia costiera, i mattoni venivano sostituiti da due sacchetti di sabbia, questa pulita da corpi estranei, poi lavata e lasciata asciugare al sole. Come il mattone anche i sacchetti di sabbia erano un rimedio efficace contro i vari malanni, usati caldi, con il collaudato sistema del… unu va ‘n’andru vene!
25 gennaio 2017