Al macello
Il 4 novembre del 1947, ricorrenza della vittoria di Vittorio Veneto, i nostri combattenti si riunirono fraternamente per una gran merenda sociale. Furono svuotate parecchie damigiane di vino, furono cantate canzoni di guerra e furono rievocati episodi lieti o tristi di quella loro tremenda esperienza. Un artigiano, classe 1899, cioè la classe più giovane che sul finire del conflitto fu mandata al fronte, raccontò che un giorno venne ordinato un attacco alla baionetta e, tra i soldati in trincea, il colonnello per la prima ondata d’urto scelse proprio gli ultimi arrivati, i cosiddetti “ragazzi del ‘99”. Tra i commensali uno chiese: “E comme mai? perché rcapò vuatri ch’erate angori frichi?” (Perché scelse voialtri che eravate ancora ragazzi?). Rispose l’artigiano: “Che lo dimanni a ffà? a lu macéllu prima de la pecora ce va l’agnellu!” (Che lo domandi a fare? al macello prima della pecora ci va l’agnello!).
Le Olimpiadi
Approfittando degli sconti fatti dai commercianti in vista delle Olimpiadi di Roma del 1960, una famiglia di contadini che sta su lo sua, cioè che sono proprietari del podere sul quale sono insediati, decide di fare l’acquisto di un televisore. Il vecchio vergaro, che era inizialmente contrario all’acquisto, ora se ne mostra soddisfattissimo e segue con interesse tutti i programmi. Un giorno gli capitò di vedere la ripresa delle gare podistiche sui 200 metri; si trattava delle batterie durante le gare eliminatorie. Poiché egli ha fatto la prima Guerra Mondiale, vedendo quelle scene, chiama vicino a sé la famiglia e, indicando i podisti sul video, fa: “Che rrazza de joendù cacarellosa! a lu primu sparu scappa via tutti quandi comme lebbri!”
09 gennaio 2017