Piccioni

Che bel paese l’Italia! Ha dato natali e ospitalità alla maggior parte dei filosofi greci; i dotti li definiscono geni della Magna Grecia (l’Italia meridionale, Sicilia compresa). Lo stesso Pitagora è vissuto, ha studiato e insegnato a maschi e femmine: matematica (teorema di…), astronomia, musica (ottava e altezza della frequenza), filosofia (equilibrio degli elementi) in Crotone, città che non credo sia nel Peloponneso… Insieme con lui, molti altri antichi eccelsi personaggi fissano sulle tavolette cerate concetti che indirizzano a evitare gli eccessi. Più  tardi il Manzoni fa dire a Ferrer, gran cancelliere spagnolo, mentre attraversa in carrozza la folla in rivolta: “Adelante Pedro, con jiudicio”.  Gli italiani non rispettano né Pitagora né Manzoni. Avanti a tutta forza: i legionari di Fiume nel 1919 erano poche centinaia, nel 1920 si ritenevano tali in 30.000; nel 1940 gli italiani erano pressoché tutti fascisti ma nel 1945 erano rimaste poche mosche bianche e tutti gli interventisti, diventati pacifisti, non facevano altro che lanciare colombe della pace creando un problema di difficile soluzione: quello dei piccioni in città grandi e piccole. Il lancio generalmente avveniva nelle piazze e nei pressi dei monumenti ai caduti. Poi i volatili nella città trovavano edifici e sotto-tetti facilmente colonizzabili, ambienti più riscaldati e illuminati, cibo reperibile nelle campagne e gratuitamente offerto dai cittadini (2 gr. di molliche a testa, resti di pane sulle tovaglie…). Risultato? L’ambiente favorevole e la sicurezza alimentare aumentano la prolificità. Durante la guerra il loro numero era modesto; i pochi piccioni torraioli (“Columba Livia”soggetta alla legge 986/77) e i domestici inselvatichiti erano anche catturati per sopperire al bi-sogno di proteine animali. Attualmente, con un malinteso animalismo sugli altari, in ogni centro urbano il loro numero è eccessivo, con evidenti ripercussioni igienico sanitarie e legali. Di chi sono i suddetti animali? Chi dovrebbe pagare i danni provocati dalle deiezioni sui monumenti, sulle carrozzerie delle auto e quelli conseguenti alla scivolosità delle deiezioni bagnate? Chi deve provvedere agli adempimenti di cui all’11 della 626/94 così come modificata da…  Pro bono pacis  non  mettiamo  l’accento   sulle problematiche sanitarie in una repubblica che si riempie la bocca con “prevenzione” e “sicurezza nei luoghi di lavoro”. Ma non si può tacere che è ampiamente documentato il ruolo dei volatili come trasmettitori diretti e come vettori di agenti patogeni di numerose malattie che colpiscono la specie umana, anche perché non sono ostacolati da barriere architettoniche, igienico sanitarie, epidemiologiche. L’aumento delle cariche microbiche nei vari animali, nella polvere sollevata, nelle deiezioni è direttamente correlato al pericolo di malattie zoonosiche (trasmissibili dall’animale all’uomo). I volatili e in particolare i colombi sono i principali vettori e serbatoi di: Clamydia Psittaci responsabile di oltre il 10% delle affezioni respiratorie acute nell’uomo; salmonella, non esclusa la tiphimurium, gravemente patogena per l’uomo; listerie, toxoplasmi, pastorelle, campylobacter ecc.; malattia di lyme (enteriti febbrili, fenomeni nervosi e reumatoidi nell’uomo); per la Borrelia Burgdoreried i piccioni sono il mezzo di trasferimento e diffusione degli artropodi infetti dalle campagne, in cui hanno pascolato greggi infetti, al-l’ambiente urbano. Le zecche, una volta deposte sulle deiezioni, nei sottotetti e negli altri luoghi di raccolta dei volatili, entrano dapprima in letargo biologico per poi migrare alla ricerca di sangue nei locali sottostanti (che sono spesso scuole ed edifici pubblici) e dare così inizio alle malattie nell’uomo. Gli arbovirus trasportati dai colombi, sono responsabili di encefalomieliti nell’uomo e negli altri vertebrati, altri virus (aviaria) portano una influenza facilmente trasmissibile agli altri volatili ma che ha scarsissima probabilità d’infettare l’uomo.

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Non si vuol creare allarme, sia perché molte di queste patologie sono facilmente curabili sia perché nel nostro territorio non sono evidenziati pericoli imminenti, sembra comunque necessario, anche in ottica preventiva:

 

  • · impedire l’accesso a sottotetti e a siti in cui usano stazionare;
  • · sottoporre a monitoraggio biologico alcuni esemplari e le loro deiezioni;
  • · ridurre il numero eccessivo dei colombi gravitanti nei centri storici. A tale scopo non si crede utile l’uso di prodotti farmacologici per il controllo della fertilità (metodo molto indaginoso e non economico); meglio la competizione naturale con altre specie di volatili (alcune associazioni protezionistiche sono però contrarie);
  • · vietare la somministrazione di alimenti a questi volatili.

Nella scuola di Crotone vigeva pure questo precetto: “Non permettere alle rondini di dividersi il tuo tetto”. Il buon vecchio Platone, 26 secoli fa, forse era un po’ brusco. Ma tutti i torti non li aveva.

28 dicembre 2016

 

 

 

 

 

 

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