“Una derisione che non dev’essere”

Nonostante l’esistenza delle precise direttive emanate nel 1839, la situazione relativa alla pulizia della nostra città era, a dir poco, precaria, tanto che gli amministratori dell’epoca non mancarono di sollevare vivacemente il problema durante un’assise comunale. Infatti, nella seduta del Consiglio Comunale del 20 dicembre 1868, il Primo Assessore Pietro Giuliani così si rivolgeva all’intero Consiglio, descrivendo le condizioni igienico-sanitarie di Macerata:

“Quanto alle leggi di polizia urbana la loro esistenza, insieme colla loro continua e flagrante violazione, è una derisione che non dev’essere. Anche su di ciò portai la mia attenzione ma l’opera di riportare in onore leggi che tutti calpestano non è di pochi giorni. Guardai principalmente alla nettezza pubblica, cosa ridotta così in basso da farci vergognare. Chi ha occhi per vedere non potrà negare che, dovunque li volga, è costretto a vedere orinatoi in ogni più piccolo cantoncino, ed allo esterno di ogni bottega, escrementi umani in ogni strada. Chi ha organi olfattori per ricevere le sensazioni dei buoni e dei cattivi odori non potrà sfuggire il senso rivoltante che si prova al passaggio nella via, ov’è la caserma dei carabinieri, in prossimità allo ingresso del palazzo De Vico, nel trivio fra i vicoli Lauri e Viscardi, in prossimità del vicolo Ranaldi, dinnanzi ai portoni del palazzo Conventati e per entro il cortile stesso del palazzo comunale. In una città che si rispetti a’ dì nostri non è più tollerabile il lezzo che vedesi qui in tutte le strade e piazze, lo ingombro che si fa ovunque, anche nelle strade più anguste da tutti i bottegai, ed operai, le mostre di carni morte, la vendita delle porchette sulle vie, il trasporto delle carni scoperte a spalla di uomini, la esposizione delle pelli sulle mura lungo le vie e mille e mille altre sconcezze che sarebbe assai lungo annoverare…”.

20 novembre 2016

 

 

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