Proprio oggi, 4 novembre, giorno fatidico per l’Italia, apprendiamo dell’appello del presidente della Camera di Commercio di Pesaro-Urbino, rivolto al presidente Vladimir Putin, affinché sospenda il bando all’importazione dei prodotti alimentari, tessili e di sartoria d’alta classe degli artigiani e degli agricoltori di Marche ed Umbria, regioni recentemente colpite da un devastante terremoto. “Chiedo di considerare la sospensione delle attuali sanzioni della Russia verso la regione Marche, in particolare nel settore agroalimentare e nel sistema moda e arredo”. È la richiesta avanzata ufficialmente dal presidente della Camera di commercio di Pesaro e Urbino Alberto Drudi.
Il bando alle importazioni dalla Regione Marche fu emesso da Vladimir Putin in risposta alle sanzioni UE, volute dagli USA e sottoscritte dal governo Renzi, che colpiscono l’import export con la Russia. Sanzioni che più che la Russia colpiscono l’economia italiana. Secondo i responsabili dell’ambasciata romana, presso la quale è stata consegnata la petizione di Drudi controfirmata anche da Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio di Perugia, “verrà presa nella dovuta considerazione da parte del governo russo ed una risposta sarà consegnata al più presto”. Questo gesto coraggioso da parte dei responsabili della produzione di piccola scala marchigiana ed umbra si muove anche nella direzione di una pacificazione generale nei confronti della Russia che, ricordiamolo, ha proposto immediatamente a seguire del sisma di prestare soccorso concreto ai terremotati delle aree colpite, un aiuto che la UE ed il governo italiano hanno “schifato”.
Ma il popolo marchigiano, non accecato dalla falsità dei motivi per cui la NATO e la UE si oppongono alla Russia, sta dimostrando ora una grande capacità di superamento della politica col paraocchi dei palazzi romani, che ignorano gli interessi del popolo per seguire chimere geopolitiche. La lettera-appello di Drudi e Mancaroni ha riscosso grande interesse da parte dei media russi che hanno deciso di inviare corrispondenti nelle Marche e in Umbria per seguire da vicino le vicende in corso. Personalmente ritengo che questa iniziativa, partita dal basso, sia in perfetta sintonia con i veri interessi del territorio umbro-marchigiano e, più in generale, italiano ed europeo.
Paolo D’Arpini
04 novembre 2016