Giorni fa su di un quotidiano nazionale, in una intera pagina interna, figurava la parola “catambra”. Questa parola era attribuita a una piantina, capace di sollevare i fastidi provocati dalle zanzare. A caratteri meno vistosi risultavano informazioni di altri quotidiani, come il Corriere Sera e simili, sulla utilità di questa piantina. A margine non mancavano indirizzi di Ditte autorizzate alla vendita. La notizia che più mi ha incuriosito in questa pagina pubblicitaria, è stata l’accenno su come questa piantina agisse contro le zanzare. Solo un accenno, nulla di più. Ho chiesto allora a una delle ditte autorizzate alla vendita, il costo di una singola piantina. Questa la risposta: “Una piantina euro 100,00!”. Francamente fra me ho detto: questa sì che è una “cara” scoperta. Prendo lo spunto di questa pubblicità, per dire che nulla si nasconde sotto la luce del sole. Si conosce da tanto tempo una lotta biologica, simile a quella del gatto col topo.
Tutte le anitre e paperelle sono ghiottissime delle zanzare, senza distinzione se nostrali o tigre. Lasciate libere, anche in piccoli appezzamenti a prato, rasano perfettamente l’erba e, nel loro movimento, non vi è zanzara che sfugga al becco di queste pennute. Come tutti gli animali anch’esse sono generose, lasciano ogni tanto un uovo laddove si accovacciano. L’utile unito al dilettevole si direbbe: non è così. Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: ci sono i lacciòli comunali. Mi risulta che le anitre, o papere mute, sono annoverate fra gli animali inquinanti, quindi proibite, nelle zone classificate urbane. Chi si azzarda a non rispettare la regola, subisce una pesante sanzione amministrativa. Nel merito non mi sento di dissentire o approvare, penso ai miei amati merli e alle piccole tortore, che svolazzano liberamente nella mia modesta proprietà, fino a quando non mi obbligheranno a tendere reti per evitare a questi simpatici animali l’inquinamento. Nel prossimo inverno, col terreno innevato, i diffidenti passeri compiranno vicino alla mia finestra fugaci voli, come per dire: “Che aspetti, apri quel pugno colmo delle molliche di pane di sempre!”
01 novembre 2016