Lu contadì virbu
I primi decenni del ‘900 il calzolaio legava alla canna della bici “lu mittivollette”, poneva gli attrezzi in una sacca e andava a lavorare in campagna, al domicilio dei contadini. Era accolto come una persona importante: tagliatelle e pollo arrosto! Le famiglie erano numerose e tante erano le scarpe da riparare così che lui passava 3 volte l’anno, e aggiustava tutto… a cottimo! Veniva ripagato con un quintale di grano non importa quali e quante fossero le scarpe della famiglia da riparare. Ogni tanto si presentava un problema, c’era sempre un contadino furbo che si faceva lasciare qualche paio di calzature da un vicinato e le metteva a mucchio con quelle di casa in modo che, queste, venivano riparate… gratis.
Lu contadì tirchju
C’era un “vergà” che al calzolaio ambulante passava per pranzo sempre la polenta e questo si era stancato di quel pasto povero. Un giorno disse a un amico: “Vieni con me, andiamo da quel contadino tirchio e vedrai che questa volta non mangeremo polenta!” Lì giunti furono accolti festosamente e il calzolaio dette all’amico una lesina: “Vai dietro al pagliaio e dai una lesinata sulla testa di un pollo.” Il pollo strillando corse in tondo a testa storta e la contadina diceva che il pollo era stato colpito da qualche malattia. Rispose il calzolaio: “Secondo me ha un attacco di lesinite, bisogna ammazzarlo subito!” Quel giorno fu pollo arrosto.
30 ottobre 2016