Chi mi conosce sa che amo anche la poesia; soprattutto Leopardi e Trilussa. Leopardi perché pone un velo di melanconia su meravigliosi paesaggi (Canto del pastore errante…) , sulla bellezza e la vacuità della vita (Sabato del villaggio, L’infinito, Alla luna), sul ritorno ai valori antichi (All’Italia). Trilussa per la sua attualità e perché ti lascia con un sorriso amaro per i vizi degli italiani e forse anche degli altri. Tutti i suoi scritti sembrano ispirati dal “castigat ridendo mores”: punisce vizi e difetti con il sorriso, lo sberleffo, il sarcasmo e l’umorismo. Nelle centinaia di sue poesie poche volte si è interessato della scienza esatta. Mi picco di conoscerle tutte, quelle pubblicate e, pensa e ripensa, credo siano solo due quelle che parlano di matematica. Ho ripensato a questi componimenti quando, pochi giorni fa, la stampa ci ha informati che nei mesi scorsi sono significativamente aumentati in Italia sia gli occupati che i disoccupati, pur rimanendo stabile il numero dei cittadini. Chi adopera un po’ di attenzione è rimasto perplesso: “Non può essere che siano aumentati sia gli occupati che i disoccupati…”. Il cronista ha chiarito che il fatto è conseguente al dato relativo all’aumento di quelli che cercano lavoro. Non risulta che il cercare lavoro (ndr: certo, cercare lavoro oggi è diventata una… fatica!), ipso facto, ti renda occupato e ti dia la possibilità di sbarcare il lunario. Questo fa sorgere il dubbio che i nostri cervelli più eccelsi considerino fra gli occupati anche i profughi, i chiedenti asilo, i rimpatriati (non rimpatriati) e le migliaia di clandestini. Se così fosse (ed è probabile che sia) tra un po’ il PIL balzerà alle stelle e un sole splendente illuminerà una ricchezza generale e una felicità che niun sa dire!
14 ottobre 2016