“Tòccalu fòra” è un invito, usato sia con cortesia che con maniera forte (come a dire: “Ma va ‘ffanc…!”), e derivava dal fatto che tutti gli animali erano guidati con il “tocco”, più o meno leggero secondo la necessità, della mano o del bastone. Le mucche erano “toccate” con la frusta se aggiogate al carro; con un rametto di salice (lu vencu) se invece andavano all’abbeverata ed erano colpite in modo leggero, solo per far capire ciò che dovevano fare. Il toro era “trattato” con un grosso bastone (lu tortore). Un ramo, di discreta consistenza, si usava per i muli ed i somari. Le oche e i tacchini con una lunga canna. I cavalli con il frustino o, in corsa a Siena, con il nerbo di bue. I grossi animali, in stalla, venivano toccati con le mani: una leggera pacca a una mucca significava “Scansati!” In conclusione, se qualcuno ci sta antipatico o ci ha proprio rotto… e ce lo vogliamo togliere dalle… scatole: “Tòccalu fòra!”
Cesare Angeletti “Cisirino”
21 settembre 2016