Si può dire che ho conosciuto la pittura di Graziella Tognetti fin da piccolo: un suo dipinto dai toni soffusi campeggiava nel salottino di mia nonna e ogni volta che lo guardavo ne esploravo ogni dettaglio. Poi ne ho apprezzato direttamente sia le do-ti umane come quelle artistiche. Ci piace ricordarla con un inciso di Lucio Del Gobbo: “Una figurazione, quella della Tognetti, intenzionalmente sintetica, che tende a cogliere l’essenza delle cose, suggerita da un desiderio di semplicità e di equilibrio che questo tempo, per contrasto, più che mai sollecita. Gli stessi paesaggi marchigiani e maceratesi appaiono trasfigurati. Non più ‘esterni’ visti da fuori ma sentiti dentro ed espressi con notevole coinvolgimento, con le vibrazioni luminose e la confidenza che viene da una profonda familiarità e da una sensibilità tendenzialmente intimista”. Oggi Graziella non è più tra noi, di lei restano, come per ogni artista, le sue opere e il suo percorso artistico che si è sviluppato ed evidenziato in tutte le mostre, siano state esse personali che collettive, che l’hanno fatta conoscere in tutto il territorio nazionale.
Fernando Pallocchini