Venerdì 22 luglio ricorre il primo anniversario della scomparsa del professor Dante Cecchi.Un personaggio che ha rappresentato per la città e la provincia di Macerata soprattutto, ma anche per l’intera regione, un punto saldo di riferimento culturale ed etico.
Fra le sue molteplici attività v’è stato posto pure per una produzione di testi teatrali dialettali che sono stati, e continuano a essere, un repertorio cui attingono tutte le compagnie teatrali amatoriali.
Proprio sulla scorta di questa considerazione e di questa realtà, la compagnia Valenti e la Uilt hanno dato vita a un progetto e stanno lavorando per la realizzazione di una serie di rassegne in cui tutte le opere teatrali di Cecchi verranno portate in scena: un’annata dedicata al compianto professore, alle sue commedie e anche al suo sguardo arguto e lucido sulla società della provincia di Macerata degli anni ‘50/’80, osservata anche dal punto di vista socio-economico e di trasformazione. Le compagnie impegnate in questa realizzazione sono sei: La Ginobili di Petriolo, la Lucaroni di Mogliano, la Fermanelli di Treia, l’Alternativa di San Severino Marche, l’In…Stabile di Civitanova e la Valenti. Le sedi delle rassegne già approvate o in via di definizione sono Caldarola, Macerata, Treia e Castelraimondo; l’inizio sarà a Caldarola attorno alla metà di ottobre, con la settima edizione di Dialettiamoci. Ad accompagnare queste rassegne anche una serie di convegni/conferenze sul dialetto e sulla produzione dialettale a cura dell’Università di Macerata. Contestualmente a questa iniziativa altri saranno gli eventi che ricorderanno la figura del professore: spicca, fra tutti, la giornata di lavori che il Centro Studi Storici Maceratesi sta preparando per il mese di ottobre.
Una figura di elevato spessore, quella di Cecchi, reputata importante nella vita amministrativa, politica e scolastico-educativa della provincia; ma anche un personaggio schivo, che non amava i riflettori, così come lo ricorda il figlio Giovanni: “Era affettuoso e amava la gente di questa terra. Il suo sorriso condensava i valori della nostra gente, che ha raccontato nelle sue storie, con l’intento anche di tramandarli alle generazioni future. Era sempre occupatissimo, ma disponibile, tanto che non poche volte comunicava con mamma attraverso bigliettini: i messaggi ante litteram”.
Qualche accenno personale, familiare: “Lui, professore di lettere – continua Giovanni – non si intromise mai nel mio percorso di studi. Solo una volta, due giorni prima dell’esame di maturità, mi intrattenne con una lezione di letteratura italiana per più di un’ora: fu l’unica volta”.
Resta intatta dunque la sua immagine cordiale, sorridente e sempre protesa alla collaborazione, alla ricerca, all’armonia.
Un personaggio, veramente a tutto tondo, della Terra delle Armonie.
22 luglio 2016