Dama di picche

il mio nome qual è?

il vento spazzava la strada e non ricordavo nulla.

la città deserta, ogni suo quartiere aveva

una diversa tristezza,

da quella informale delle eleganti villette di periferia

a quella disperata del ghetto.

nessuna voce scivolava per le vie deserte,

nessun movimento scuoteva la pesantezza di quel vuoto

solo un muto rantolare diffuso che prendeva la testa.

la pioggia mi aveva svegliata da un sonno

pieno di incubi

e avevo male allo stomaco.

per il resto, niente.

cosa avrei fatto in quel deserto che non conoscevo?

in che modo potevo pensare di sopravvivere?

il sole tramontava dietro le facciate dei palazzi antichi,

caddi senza forze nella polvere e i miei occhi,

aperti contro il cielo,

si ricoprirono di fiori.

sono la morte.

il mio lavoro è terminato da secoli.

21 luglio 2016

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