La magia del disegno

È bello disegnare, perché è sempre e comunque un provare. Niente di definitivo. Ci si appresta a esercitarlo, il disegno, con questo spirito di provvisorietà. Un esercizio formativo utile sia ai piccoli che ai grandi. Ma accade, a volte, che l’esercizio si emancipi e goda di un affrancamento inaspettato: vada da sé, per suo conto e in modo non del tutto previsto. Così non è più conseguenza di una volontà che si impegna. Si fa invece  interlocutore. Ti sta sotto gli occhi  come tua immagine in uno specchio, che si muove e cambia, mentre sei fermo. C’è in essa qualcosa di te che va oltre, per una spinta misteriosa. È allora che il disegno ti appare come cosa magica che accade, destinata e fatale. Ha avuto giusto il tempo di rivelarsi, e viene a dirti qualcosa di te che non sai; nella sua immediatezza si fa rivelatore di uno scenario sconosciuto che ti sta dentro: messaggero della tua psiche. E già pregusti il momento in cui essendotene dimenticato lo ritrovi. Sarà quello il tempo e la situazione in cui la magia del processo potrà dirsi conclusa, e il disegno potrà finalmente ritenersi compiuto.

disegno 1 – Egidio Del Bianco

disegno 2 – Luigi Bartolini

disegno 3 – Umberto Peschi

disegno 4 – Sergio Carlacchiani

disegno 5 – Silvio Craia

disegno 6 – Sirio Reali

 

5 luglio 2016

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