A Madonna del Monte “I Segreti dell’Alba”

Natan, il suonatore di flauto, Natan bambino esile  e solitario, che ipnotizzava ogni cuore con le sue melodie composte in riva al mare, dettate da spartiti misteriosi;  Natan,  che come il vento arrivava là dove nessuno giungeva, di colpo un giorno si ammala di una malattia terribile che nessun medico riesce a comprendere… 

Così inizia lo spettacolo “I Segreti dell’Alba”, ultima realizzazione del laboratorio di teatro spirituale  guidato da Martina Luce Piermarini (che da tre anni si tiene ogni sabato presso il teatro di Madonna del Monte) e che si è rivelato una bellissima avventura cresciuta per motivazione e intensità.

Ma che cosa significa oggi fare teatro “spirituale”  quando  nel panorama odierno dilaga la tendenza opposta?

Direi che la chiave interpretativa appropriata sia essenzialmente legata alla ricerca di senso, ovvero alla costruzione di un luogo mentale, cognitivo, orientato al Valore. Uno spazio dove la sfera più fragile e interiore del ragazzo (l’anima) possa liberamente gridare, fare domande su chi è egli stesso, su cos’è la solitudine, l’amore, la verità, la Vita… Le nuove generazioni, bombardate da stimoli sempre nuovi, hanno più che mai bisogno di un “angolo speciale” in cui specchiare il loro essere inquieto e sono dell’idea che gli strumenti dello spirito, affilati dal lavoro creativo, tessano insieme con la famiglia, con la parrocchia, con la scuola, una rete luminosa di riferimento essenziale per le sfide che man mano si presenteranno nel tempo. Inoltre, tengo a dire, quanto, in ciascun bambino, le famiglie e le scuole abbiano avuto modo di osservare e apprezzare i benefici prodotti da una fantasia indirizzata e allenata.

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Tali sono i nuovi orizzonti espressivi che si intende offrire:

“La capacità di reinventare storie, di calarsi nel personaggio e nell’altro vivendone le sfaccettature, l’opportunità di migliorare la dizione lavorando sulla vocalità, l’espressione corporea e non ultimo, lo sviluppo della socialità nel lavoro corale e la capacità di scambiare esperienze. Insomma il teatro è una miscela di elementi formativi e ri-creativi che spesso si offrono senza chiarezza d’intento e avendo come unico obbiettivo lo spettacolo-evento. L’impronta fortemente spirituale del laboratorio ha invece come obbiettivo una presa di coscienza dell’essere come parte attiva di un Tutto, nel tentativo di sviluppare, approfondire e attualizzare quei temi che millenni di pensiero cristiano ci hanno tramandato e che spesso le nuove generazioni sentono (e forse a ragione) come troppo lontani, incomprensibili, “vecchi”. Ed è proprio per questo che non bisogna mai smettere, soprattutto oggi, di educare lo spirito a determinate profondità,  guardando ai testi sacri e sapienziali come a un patrimonio incommensurabile a cui l’uomo di qualunque età può attingere senza paura, cercando in esso la chiave che schiude la porta a una visione del mondo, della Creazione e dell’esistenza meno surrogata, più significante, limpida. Bambina.

…L’uomo nasce e muore ogni giorno. L’uomo ricomincia oggi  se l’oggi è Vita. TEMPO  PRESENTE, TEMPO BAMBINO. Ma solo chi trova il tempo di fermarsi e ascoltare la lezione del Vento ritrova se stesso, il suo venire alla Luce, la sua Alba speciale. Il suono di una Voce misteriosa e amica (il Vento) guiderà Natan di alba in alba, di passo in passo verso il  Grande Sole della crescita e dell’incontro. 

La malattia? La malattia è quella di un tempo che non crede che valga la pena dare senso alle cose, di chi non crede che Vivere è Arte, tempo in cui si stanzia l’orma, tempo per farsi raggio intrepido. Infaticabile conduttore. Tempo di tornare alla terra, ascolto della goccia nella terra. Petalo che spande la sua sete. Cielo il suo dominio. La malattia è quella di un tempo in cui ogni parola è un contenitore a perdere, riciclato a ripetizione come nera eco di un pozzo irriducibile e profondo. Il nostro “Io Io Io” che si perde nel vuoto di un orizzonte che non siamo disposti a creare. Eppure il vero narratore, come il più devoto artigiano sa che sono le fiabe a tessere la più fine e preziosa delle tele, che avrà i tratti veritieri di un mosaico interiore e gli occhi chiusi al soffio di una vela portata chissà dove dal Vento.

Martina Luce Piermarini

15 giugno 2016

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