Il Centro Studi Civitanovesi del dr Alvise Manni, l’Archeo Club di Civitanova Marche ed io stiamo organizzando una conferenza sulle bellezze archeologiche di Siria e Palmira, in memoria di Khaled al Asaad, l’archeologo capo di Palmira, ucciso dai tagliagole dell’Isil (Daesh in arabo) il 18 agosto 2015. Personalità centrale dell’evento sarà l’archeologa Christiane Delplace dell’Università Parigi X, che l’ha conosciuto e apprezzato personalmente durante gli scavi a Palmira dal 2001 al 2008. Era questa una prospera città denominata anche “sposa del deserto”, secondo la leggenda fondata da Salomone re d’Israele; fertile oasi posta lungo la via carovaniera tra l’Eufrate e il mar Mediterraneo. Nato a Tadmur (il nome arabo di Palmira) nel 1934, Khaled è stato per 40 anni direttore degli scavi di Palmira, epigrafista, traduttore e autore di varie opere scientifiche: conosceva ogni pietra e ogni colonna. A riposo dal 2003 continuò a occuparsene come esperto collaboratore del Dipartimento dei musei e delle antichità; accoglieva cortesemente gli studiosi da tutto il mondo. La Delplace ricorda che era un gentiluomo, orgoglioso della storia di Palmira. Mentre incombeva la minaccia dei miliziani, anziché fuggire, si è preoccupato di trasferire molte statue in un luogo sicuro. Ha scelto di restare e il 21 maggio 2015, all’arrivo dei banditi con la bandiera nera, ha posto l’autorevolezza della sua persona a garanzia e in difesa dell’amato sito archeologico. In buona fede, ha pensato, purtroppo erroneamente, che quei banditi non osassero oltraggiare quei resti Patrimonio dell’Umanità dal 1980. Gli oscurantisti si sono accaniti anche contro la sua biblioteca, gettando fuori tutti i libri. La moglie e i figli sono riusciti a salvarsi dopo un pericoloso viaggio.
Per salvare il figlio, suo successore (pure lui catturato e torturato, ma poi liberato), si è assunta tutta la responsabilità del salvataggio delle statue. Khaled è stato sequestrato e torchiato per un mese affinché rivelasse dove aveva nascosto i reperti, e alla fine ucciso. Per non fare da altra cassa di risonanza alle indicibili e feroci azioni di quei fanatici criminali, preferisco non soffermarmi sull’atroce sorte riservata al compianto Khaled. La Delplace ritiene che quei mostri cercassero l’oro di Palmira, (solo una credenza), pertanto si sono sfogati con i responsabili dei monumenti. Hanno fatto saltare il tempio più piccolo di Baal shamin, già restaurato dagli svizzeri. Ma tra Siria e Iraq, sui media, risultano danneggiati e saccheggiati da quei pirati molti altri siti archeologici e musei, e diversi archeologi e funzionari perseguitati. Per propaganda mediatica, motivi ideologici e, (pseudo) religiosi, distruggono sistematicamente le tracce delle civiltà preislamiche, ritenendole età dell’idolatria. Dietro a questo sacco di beni archeologici c’è un mercato illegale i cui profitti finanziano il califfato. I reperti più piccoli e commerciabili, trafugati dai musei, seguono la stessa via, per poi ricomparire da rigattieri e antiquari di Londra, New York, Zurigo e in estremo Oriente o direttamente nelle ville di persone facoltose e senza scrupoli. La prof. ssa Christiane Delplace è un’archeologa francese, di origine belga, del CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) francese. Per diversi decenni ha scavato nei siti archeologici di diverse epoche intorno al bacino del mediterraneo e in Europa, ne ricor-diamo alcuni: Francia, Belgio, Thorikos (Grecia), Apamea, Cyrrhus, Bosra e Palmira in Siria, Alba Fucens, Herdoniae e Urbs Salvia in Italia. A Urbisaglia incontrò i due appassionati di storia locale Betto Salvucci e Francesco Recchi, poi Umberto Migliorelli. Nell’estate del 1976 la Delplace vi scoprì il braccio meridionale del criptoportico nell’area del tempio alla dea Salus Augusta Salviensis, con le scul-ture e le pitture. La professoressa Delplace vive a Parigi, da oltre 30 anni trascorre le vacanze a Civitanova Marche, dove ha delle care amicizie. Il 15 maggio 2015 la stessa ha tenuto, presso la sala consiliare del Comune di Civitanova Marche, la conferenza: “La grande archeologia. Palmira in Siria. I suoi siti e i più recenti ritrovamenti” che ha avuto un bel successo di pubblico. La settimana dopo l’Isil annunciò al mondo di aver strappato la zona di Palmira alle truppe siriane. La morte di questo archeologo ottuagenario, che ha dedicato la vita al recupero e alla tutela di quello stupendo sito archeologico risalente al II millennio a. C. ha indignato tantissime persone del mondo della cultura occidentale, archeologi, e semplici appassionati. Numerose le iniziative per ricordarlo. al museo nazionale archeologico di Mantova, dal 23/3 al 5/6, si tiene la mostra “Salvare la memoria” dedicata idealmente a Khaled al Asaad e a chi nel mondo ha contribuito al recupero, alla salvaguardia del patrimonio artistico e archeologico da conflitti e catastrofi naturali, compresi salvataggi come lo spostamento del tempio di Abu Simbel. Si parlerà anche dell’opera di recupero di beni culturali svolta in Iraq dai nostri Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, autentici paladini del patrimonio culturale italiano ed estero. La fondazione dell’allora “Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico” avvenne precisamente il 3 maggio 1969, quindi ben 45 anni prima del film “The Monuments Men” (2014) che ha reso famosa quella “dicitura” anglosassone, oramai ripresa da tanti. È del 27 marzo 2016 la notizia Ansa che le truppe governative siriane sono rientrate in possesso di Palmira; è da auspicare un efficiente restauro per far sì che il sito possa essere di nuovo visitabile. L’illustre relatrice parlerà soprattutto dei siti di età romana come Apamea, Bosra, Dura Europos e Palmira. La conferenza “Quant’era bella la Siria! Omaggio a Khaled al As’ad di Palmira” della professoressa Delplace, si terrà sabato pomeriggio 28 maggio intorno alle ore 17.00 presso la sala consiliare del Municipio di Civitanova Marche.