Grazie al generoso contributo di Fondazione della cassa di Risparmio della provincia di Macerata è stato restaurato un altro monumento del territorio maceratese, una fonte delle tradizioni. Segnatamente a Tolentino sono tornate all’antica bellezza le Fonti di San Giovanni, situate in via XXX giugno, dalle quali, però, più non sgorga l’acqua perché la vena che le riforniva nel tempo si è seccata. La spesa sostenuta per il restauro è stata di 48mila euro così suddivise: 18mila a carico del Comune di Tolentino mentre per i restanti 30mila euro c’è stato il contributo di Fondazione Carima. Alla cerimonia inaugurale per la Fondazione è intervenuta il Presidente Rosaria Del Balzo Ruiti, insieme con il Sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, il curatore del restauro Cesare Salvatori e Pierluigi Salvati in rappresentanza della Soprintendenza alle Belle Arti.
L’antica fonte
La Fonte di San Giovanni costituisce una delle più vecchie fonti pubbliche della città di Tolentino. Si trova posizionata subito fuori l’antica cinta muraria, non lontano dalla odierna Porta dei Cappuccini. Non si conosce con precisione l’epoca di realizzazione e le prime citazioni attraverso documenti del 1400 stanno a testimoniare la esecuzione di interventi di manutenzione da parte delle Amministrazioni comunali, restauri che si sono poi succeduti nel tempo, come a voler significare l’importanza della fonte, che solo negli ultimi decenni era caduta in disuso.
La struttura
Il manufatto è formato da un blocco rettangolare in laterizio, a un solo piano, con quattro fornici a tutto sesto; questi si aprono sul lato lungo, quello che da sulla via principale. L’interno, occupato da tre vasche, è coperto da una volta a botte, a tutto sesto, con la parte superiore che presenta una copertura piana rivestita di semplici pianelle in cotto, con i bordi a gradoni. Sul tetto, da lunghissimo tempo, si è accumulato uno strato di terriccio poi ricopertosi di vegetazione. Anche se oggi la fonte non è più alimentata, essendosi seccata la vena che la riforniva, le condutture sono ancora esistenti.
Il restauro
L’intervento, di restauro conservativo, ha inteso contrastare i consistenti fenomeni di degrado e di dissesto in corso, proponendosi di non alterare, se non minimamente, l’aspetto del monumento. Sono stati infatti eseguiti, oltre a una ripulitura e stuccatura di tutte le superfici, dei limitati interventi sui paramenti murari di cuci e scuci, mirati a consolidare la struttura solo nelle parti più danneggiate. Sono stati inseriti tiranti in ferro per contrastare fenomeni di spanciamento della volta. Per quanto riguarda la copertura è stato asportato lo strato di terriccio e si è provveduto a inserire una guaina impermeabilizzante sotto le pianelle che, smontate, poi sono state riposizionate. Sono rimosse le grate in ferro messe alcuni decenni fa a totale chiusura dei fornici. In questo modo il manufatto ha assunto un aspetto meno tetro e contestualmente è stato valorizzato il semplice ma elegante motivo degli archi che lo caratterizza architettonicamente. Grazie a questi interventi oggi le antiche fonti dette di San Giovanni sono ritornate a essere fruibili dai visitatori, se non dal punto di vista funzionale almeno da quello monumentale. Un ricordo di come eravamo quando l’acqua corrente non era nelle nostre case.