Per lungo tempo abbiamo scritto della mancanza di una visione politica per la città di Macerata, preda inerme di un mattone che per la crisi non tira più e che ha lasciato sul campo cadaveri: vedi lo scheletro edilizio di piazza Pizzarello. Finalmente, con il Carancini bis sgombro dai mattoni interni (e dalle mattonate…), ha fatto la sua apparizione una visione culturale per Macerata, una politica mirata al lancio turistico del capoluogo di provincia, che passa per la via della cultura. Troppo spesso è accaduto che amministrazioni successive lasciassero incompiute le opere messe in campo precedentemente, un esempio su tutto è l’incompiuta Longarini: miliardi di vecchie lire buttati al vento di cui restano solo mozziconi di cemento. Era un progetto che avrebbe consentito alla città di avere una rosa di parcheggi a servizio del centro storico e non solo. Invece ci ritroviamo con una galleria passante che porta le auto da una valle all’altra senza che possa facilitare l’accesso alla città, e che fa pure letteralmente acqua da tutte le parti. Un grossolano errore, una sbagliata concezione viaria che non ha tenuto conto delle necessità vitali di Macerata. Un errore che non ha svincolato la città dal suo perenne isolamento. Ne sentiremo sempre più le conseguenze, con la difficoltà ad accogliere un flusso turistico che diventerà ogni anno più consistente. Una mossa importante è stata l’aver continuato a credere in quella splendida realtà museale che è Palazzo Buonaccorsi, dove in una unica struttura il visitatore trova architetture, pitture d’interni da favola, arte antica, arte moderna, carrozze e viaggi virtuali, il tutto ben organizzato con una accoglienza di alta classe. Lo Sferisterio, con la stagione lirica, è lì a commentarsi da solo. Il ripristino dell’orologio del ‘500, da noi caldeggiato a lungo, ha infine ritrovato la sua antica collocazione e porta visitatori in continuo. Da quel che sappiamo l’amministrazione sta anche lavorando per acquisire la gestione di Palazzo Ricci e della sua importante collezione d’arte del Novecento. A queste perle manca il parcheggio sotto la rampa Zara, l’unico che sarebbe al servizio del centro storico. Manca anche un allargamento alle frazioni delle realtà museali mancanti, per renderle davvero integrate e partecipi alla vita di Macerata (Collezione Cassese – esiste ancora? – Museo del Risorgimento – è ancora chiuso negli scatoloni? – Giuseppe Tucci – sarà possibile disporre del suo materiale?). Ecco, questi potrebbero essere i tre musei da collocare a Piediripa, Sforzacosta e Villa Potenza e la città di Macerata, nel suo insieme, tornerebbe a essere degnamente l’Atene delle Marche.