Un’opera d’arte ti colpisce, te ne innamori, l’acquisti e te la porti a casa, dove vivi la gran parte del tuo tempo. Un rapimento sotto molti aspetti, nei vari significati del termine, con doppia accezione attiva e passiva: sei rapitore e ne sei rapito. È la classica situazione dell’innamoramento a prima vista: il vero colpo di fulmine. Poi viene la convivenza con tutti i rischi che essa comporta. L’entusiasmo può anche sfumare, ti accorgi di qualche difetto, riconosci di aver sbagliato, di aver speso troppo, di essere stato avventato nella scelta, oppure… oppure può accadere il contrario: con la convivenza inizia una storia segreta che può accrescere e addirittura esaltare quel primo innamoramento; una storia di riflessione, di mutua confidenza e apprezzamento, che ti avvicina ancora di più all’opera e soprattutto al suo autore: ne scopri pregi e virtù che vanno molto al di là delle aspettative iniziali. È una storia ce si ripete per l’appassionato collezionista. Il collezionismo d’arte, quello non speculativo, può offrirti di queste gioie. Allora senti che l’arte può servire a star bene, a farti crescere; ti regala novità ogni giorno, e con esse giovinezza.