Ancora emergenza:
scappano dalla guerra,
dalla fame
su un mare obliquo.
File interminabili
nel mercato di sopraffazioni,
percorsi di sabbia e di sale
sulla rotta
d’un cielo diverso.
Carcasse di destini
annaspano in fuga
verso l’ignoto,
piante sradicate
tra i flutti.
Pugni stretti e occhi bruciati
in un miraggio
che inghiotte speranze,
trappola indesiderabile
per fratelli che rimarranno
senza una croce,
senza un nome.
Stremati all’approdo,
percorrono silenziosi
il nostro sguardo:
inquilini abusivi
nel serraglio d’un dolore
che cerca orecchi
per essere ascoltato.