In foto tre esempi in Macerata ma avrebbero potuto essere molti di più, non solo nel capoluogo ma anche in ogni cittadina della provincia maceratese. Evidentemente c’è un problema e la colpa, come in genere accade, non sta solo da una parte. Facile prendersela con l’utente finale, è certo che alcuni cittadini sono proprio “gnorandi”, nel senso che poco si curano delle regole e le ignorano, quando non le conoscono proprio. È comunque un dato di fatto di cui occorre tener conto. Quasi tutti gli utenti hanno un problema generalizzato: lo spazio in casa che non permette di cumulare i sacchetti dei rifiuti, anche per i cattivi odori che possono emanare.
Gli appartamenti spesso sono di piccole dimensioni, pieni di persone e di oggetti. Pure questi sono dati di cui tener conto. Nel caso specifico di Macerata, la città ha come abitanti migratori molti studenti universitari che il venerdì tornano a casa e non intendono, per ovvi motivi, lasciare sacchetti di rifiuti nella loro piccola stanza. Altro dato di fatto. E ci fermiamo qui, anche potendo continuare. Dall’altra parte c’è il Cosmari che, a nostro avviso, vede più le sue esigenze organizzative-economiche che quelle degli utenti, con il risultato che ovunque il “giallo” si ritira una volta la settimana, così per la carta, un paio di volte per il sacchetto “azzurro”. In teoria dovrebbe filare tutto liscio ma in pratica così non è. Perché? Perché al mondo ci sono sempre gli imprevisti. A volte il sacchetto azzurro si riempie troppo in fretta e il di più finisce nel giallo che, però, deve attendere una settimana per uscire da casa. Noi siamo fautori del “prendi tutto in un sacco, portatelo nel capannone, te lo dividi e ci fai quel che ti pare”. Però, visto che i cittadini si sono abituati (quasi tutti) a differenziare in casa, modifichiamo il nostro pensiero adattandolo alla mutata realtà.
Lasciate che i cittadini conferiscano differenziato (giallo, azzurro e carta) ma tutto insieme un giorno sì e uno no, gli addetti alla raccolta si portano via tutto e dividono, non più l’immondizia ma i sacchetti colorati nel capannone. Si potrà fare? Economicamente quali i costi? Un vantaggio ci sarà e sarà l’aumento percentuale della differenziata, finendo nel giallo solo ciò che ci deve finire e non altro. C’è anche un’altra colpa, più grave, ed è del Governo nazionale il quale, eppure, dovrebbe aver visto il grosso risultato ottenuto con i sacchetti di plastica della spesa: avendo obbligato l’uso di quelli ecologici sono spariti dai fiumi, dai campi, dalle strade gli altri, quelli indistruttibili. Vale a dire: perché non ottimizzare anche le confezioni? Un esempio: scatole grandi che contengono un oggetto minuscolo, la figura sarà tanta ma anche il rifiuto è tanto! Allora? Ma, si sa: “Il pesce puzza dalla testa…” e dalle parti di Roma il cattivo odore è sempre più forte…
Fernando Pallocchini