‘700Macerata: a cena con Nebbia, poi a teatro con Vespetta e Pimpinone

Dopo il grande successo dello spettacolo mozartiano “Madamina: Sesso, Amore, Affetto” di sabato 12 marzo in un teatro “Lauro Rossi” pieno in ogni ordine di posti, il festival “‘700MACERATA”, organizzato dalla Fondazione Alessandro Lanari e dall’associazione “Il Glomere”, prosegue il suo percorso nei luoghi d’arte più belli e significativi della città: sabato 19 marzo nuovo appuntamento al teatro della Filarmonica, all’interno dell’antico Palazzo Bourbon Del Monte. Alla tematica di fondo del festival che riguarda “Tipi femminili e società nell’epoca dei lumi”, si aggiunge l’argomento della cucina del ‘700, che vede proprio a Macerata uno dei suoi massimi profeti: il grande cuoco e cerimoniere Antonio Nebbia.

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Dopo una conferenza, giovedì 17 alla sala Castiglioni della biblioteca Mozzi Borgetti (ore 17.30, ingresso libero), con Angiola Maria Napolioni dal titolo “A tavola con iI conte”, sabato 19 è in programma al teatro della Filarmonica un appuntamento speciale: un convivio settecentesco, rara combinazione di arte e socialità che si compone di due momenti tra loro integrati, entrambi di notevole spessore e qualità. La serata inizia alle 20.30 con “A cena da Antonio Nebbia”: cena tematica proposta dal ristorante “Due Cigni” di Montecosaro, con piatti storici tratti dal manuale “Il cuoco maceratese” redatto proprio da Nebbia nel 1779, in collaborazione con Accademia Italiana della Cucina Delegazione di Macerata. Introducono il presidente dell’Accademia Ugo Bellesi e la chef del ristorante Rosaria Morganti.

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A seguire, “Vespetta e Pimpinone”, opera buffa del compositore veneziano Tomaso Albinoni: piccolo capolavoro di rara esecuzione e grande eleganza. L’intermezzo delinea un interessante spaccato della condizione femminile dell’epoca, di cui evidenzia caratteri di senso civico e libertà sociale incredibilmente avanzati e consapevoli: la protagonista arriva a farsi valere nei confronti del consorte non solo con le consuete astuzie femminili, ma in punto di diritto, con dichiarazioni di autonomia e perfino minacce di divorzio.

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L’esecuzione dell’opera si avvale di interpreti di valore: accanto al mezzosoprano Camilla Antonini e al basso Alessandro Colombo nei ruoli del titolo, di grande prestigio la piccola Orchestra da camera “Accademia del Leone”, che suona secondo prassi dell’epoca ed è composta da specialisti tutti marchigiani, guidati dal senigalliese Alessandro Ciccolini che da molti anni è primo violino della Pietà dei Turchini di Napoli, uno dei principali organici di musica antica in Italia e nel mondo. Ad introdurre i temi femminili a confronto nella servetta d’epoca in Pergolesi e Albinoni, una conferenza di Gabriele Cesaretti dal titolo “Vespetta, Serpina: due donne”, sempre sabato 19, alle 17.30 presso la sala convegni della Società Filarmonica (ingresso libero).

Il costo per la partecipazione al convivio è di € 38 comprensivi di cena e spettacolo. Per adesioni (entro mercoledì 16 marzo): 338-8388746 o all’indirizzo info@fondazionelanari.it

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