di Modestino Cacciurri
I fatti di Rozzano di questi giorni mi fanno molto pensare, e non tanto per l’ennesimo atto di falsa integrazione (penso che la maggior parte dei musulmani non si scandalizzi per i festeggiamenti natalizi), ma per il progetto ormai evidente di una feroce scristianizzazione della società volta a negare i valori cristiani, ma ancor peggio, in modo molto subdolo, a rendere la nostra nazione priva di una identità culturale: un ammasso di persone senza niente che li accomuna se non quello di vivere in un territorio chiamato Italia.
Di questo progetto è anche la lotta contro il sano nazionalismo, presentata dalla cultura della sinistra radical chic, come un pericoloso bubbone da estirpare poiché fonte di guerre e conflitti.
Onestamente la frase ricorrente di questi personaggi, sono cittadino del mondo, mi fa solo sorridere e il pensare come si possa maltrattare la propria identità culturale e la propria storia, arrivando addirittura a rinnegarla, mi provoca solo grande dispiacere. Personaggi che non hanno la men che minima idea che l’abolizione delle frontiere e la creazione di un mega stato non aumenterebbe la loro libertà, ma anzi li farebbero diventare un numero tra tanti miliardi, senza identità e anima.
E poi, pensandoci, questo non sarebbe il Novo Ordus che tanto piaceva ai massoni e ad altre sette? Ma lasciamo gli argomenti da “complottisti” e i massoni e i radical chic ai loro problemi.
Parliamo invece del nuovo corso instaurato con l’avvento di Bergoglio. Senza entrare in discussioni dottrinali, come la dottrina della Misericordia, che se non presentata adeguatamente, come ammonivano Sant’Agostino e Sant’Alfonso de’ Liguori, rischia di diventare solo una specie di lavatrice dell’anima, concentriamoci invece sull’operato dell’attuale Chiesa Romana.
A livello ideologico, sdoganata la Teologia della Liberazione, come dimostrato anche dalla revoca della scomunica di Wojtyla al prete sandinista Brockmann, si è proceduto a una apertura totale sui temi della morale e del rapporto con altre religioni.
Si è passati dall’ovvia accettazione delle altre religioni (ovvia, e ormai di lunga data), ad una specie di pan-religione, al concetto che la religione cattolica fa parte di una grande religione universale composta da tutte le religioni. E su questo presupposto stanno prolificando movimenti cattolici (e alti prelati) che condividono momenti liturgici con altre confessioni.
Tutto molto bello, ma questo è più cattolicesimo? Il cattolicesimo si sta trasformando da religione a semplice associazione culturale? Non è più tempo di proselitismo, ma abbandonare i dogmi significa solo distruggere una religione portando i fedeli alla confusione. Un esempio banale, ma che dovrebbe far riflettere.
Il sacramento della Confessione, se Cattolicesimo e Protestantesimo sono in fondo equivalenti (tutte le religioni sono uguali, lo dice il Papa che prega in qualunque luogo di culto di qualsiasi religione), ha senso?
Posso prendere ciò che mi fa comodo e mi piace da qualsiasi religione, tanto, lo dice il Papa, l’importante è che mi comporti “bene”. Perfetto, giusto, bello, ma questa non è religione, è solo un’associazione culturale laica, una ONLUS, una fondazione con fini benefici!
Si sta spostando tutto il cattolicesimo sulla questione sociale che tanto successo ha tra la gente, quasi sorvolando la questione spirituale come predicato dalla Teologia della Liberazione: prima il corpo, poi lo spirito!
Del resto basta guardare il basso profilo che sta tenendo la Cei, con interventi ormai ridotti al minimo e molto delicati. A indignarsi della lotta per l’abolizione dei crocifissi nelle scuole, contro l’aborto, della scristianizzazione nella società, non è la Cei, ma associazioni cattoliche, che anzi spesso vengono redarguite in maniera pesante dalle stesse gerarchie ecclesiastiche. È in vigore la linea morbida e accondiscendete verso tutti (questa non è umiltà), è come se la Chiesa dovesse farsi perdonare chissà che cosa!
Dovremo arrivare a vedere la stessa Cei che chiede che vengano tolti i crocifissi dalle scuole e dai luoghi pubblici, e per non turbare gli atei e i fedeli delle altre religioni, mozzi i campanili delle proprie chiese?
Una battuta ma spesso, purtroppo, le battute nei secoli sono diventate realtà.
Concludo con una frase di Giovanni Paolo II pronunciata in Messico:
«la concezione di Cristo come politico, rivoluzionario, come il sovversivo di Nazaret, non si concilia con la catechesi della Chiesa»