VIA SPADA LAVINJ

Tratto da Macerata tra storia e storie

di Fernando Pallocchini

Via Spada Lavinj
Via Spada Lavinj

 

“Monsignor Spada-Lavinj e signora!” così era prassi annunciare l’arrivo ai ricevimenti indetti dai Delegati apostolici in Palazzo Apostolico (oggi Prefettura) senza che alcuno strabuzzasse gli occhi. Infatti era monsignore ma non prete il conte Lavinio Spada-Lavinj. Aveva ricevuti gli Ordini minori (accolito, lettore, ostiario ecc.) quando aveva deciso di “prendere la mantelletta” per iniziare la carriera amministrativa nel governo papale. Figlio del conte Girolamo e di Giulia Spada de’ Medici, fin da ragazzo frequentò gli apertissimi ambienti universitari di Siena, Pistoia e Pisa, acqisendone la mentalità. Entrò in prelatura, prima a Pesaro poi a Roma dove nel 1824, a 23 anni, il Papa Leone XII lo nominò suo Prelato domestico (ecco la mantelletta cremisi di monsignore) e Vicelegato (più che Viceprefetto). A Ravenna fondò la liberaleggiante Accademia di Belle Arti e contribuì a sistemare la tomba di “padre Dante”. Alla morte del Papa andò Prodelegato apostolico a Spoleto, ove strinse cordiale amicizia con quell’Arcivescovo, monsignor Giovan Maria Mastai-Ferretti che, divenuto Papa Pio IX, lo nominò Presidente delle Armi (una specie di Ministro della Guerra).

Via Spada Lavinj
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Conobbe la nobile e bellissima polacca Natalia Komar. Fulminato dal “fascino slavo” nel 1848 si dimise dagli incarichi inerenti la prelatura, ciò anche perché la Komar gli portò in dote 150mila rubli. Si sistemò a “Villa Quiete” di Treia (oggi Villa Spada) dove raccolse 50 studi autografi del Canova (oggi nella biblioteca di Cagli). Ritirato a vita privata si dedicò allo studio della botanica e delle scienze; curò una collezione di minerali che, acquistata nel 1851 dall’Università di Roma, fu la base dell’attuale Museo di mineralogia. Scrisse varie opere e fu in relazione con i maggiori scienziati del tempo; scoprì la parisite, descrisse il meteorite di Monte Milone caduto nel 1846 e il Kobel gli dedicò la Spadaite. Nato a Macerata nel 1801, morì a Firenze nel 1864.

continua

 

Foto di Cinzia Zanconi

 

 

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