Vaccinazioni, il problema è a monte

Milioni di euro pagati ogni anno

all’industria del farmaco generano nebbia

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Ci sono aspetti della vita italiana avvolti nelle nebbie cimmerie. Uno di questi è la vaccinazione obbligatoria che si svolge senza un serrato controllo preventivo sui vaccini e sullo stato di salute del vaccinando. Molti, troppi sono i bambini, e gli adulti, che dopo la vaccinazione subiscono danni spesso irreversibili, addirittura alcuni fino alla morte. Lo Stato tace. Sono i genitori che parlano, per il dolore della perdita subita e per il velo di omertà che circonda l’affaire… un velo che impedisce una giusta conoscenza e che fa mettere le persone le une contro le altre grazie a una informazione sanitaria parzializzata, che disinforma e nasconde.

In estrema sintesi è questo quanto emerso durante la conferenza di presentazione del convegno intitolato “Vaccini: allarme giustificato?”, che si terrà il 5 dicembre a Civitanova Marche presso l’Hotel Cosmopolitan. Come relatori interverranno il pediatra Girolamo Giannotta, la ricercatrice Loretta Bolgan, l’avvocato Marcello Stanca presidente Amev, il dr. Gerardo Rossi dell’Associazione Medici per l’Ambiente e la pediatra Rosella Pierdomenico.

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E i genitori, in conferenza stampa, hanno parlato. Hanno esposto le loro esperienze personali, raccontando la storia dei loro figli perduti per sempre, con gli occhi lucidi.

Perché dunque non si riesce a sapere la verità sui vaccini? Sui loro effettivi benefici? Sui danni che possono portare se iniettati senza un controllo preventivo del paziente? Perché non si certificano i danni da vaccino? Perché non s’indaga?

Perché l’affaire è colossale.

Perché dietro ci sono le case farmaceutiche produttrici dei vaccini.

In Italia sono obbligatori 4 vaccini che avrebbero un costo annuo di 75,34 milioni di euro, però iniettano l’esavalente che ci costa 189,65 milioni di euro… mica noccioline, una differenza in più di 114,31 milioni di euro pari a un aumento del 152%.

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Capite ora perché si tende a demonizzare chi chiede chiarezza sui vaccini? Addirittura dicendo che chi protesta non vuole vaccinare i figli! Il che non è vero, questi genitori vogliono la sicurezza, per mezzo di analisi preventive, che quel vaccino non sia dannoso per il figlio. Che è un discorso diverso, volto a salvaguardare tutti coloro che devono sottoporsi alla vaccinazione.

Le prove che le vaccinazioni possono essere dannose ci sono e vengono dal pragmatismo con cui l’esercito affronta i problemi. Ricordate i casi dei soldati italiani ammalati di cancro? Venne data la colpa alle munizioni arricchite con uranio. Ebbene l’esercito italiano ha condotto una indagine su quasi 1000 soldati, che si sono sottoposti a controlli volontariamente prima della partenza per le operazioni militari e poi al ritorno. Sono state analisi capillari che nulla hanno lasciato al caso.

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Il risultato del “Progetto Signum” è stato sorprendente e ve ne proponiamo uno stralcio: “La frequenza di alterazioni ossidative del DNA e di cellule mononucleate è risultata incrementata al termine della missione, in particolare per i soggetti a prevalente attività outdoor o sottoposti a vaccinazioni in numero superiore a 5 o con vaccini viventi attenuati… I risultati conclusivi del Progetto Signum suggeriscono la opportunità di procedere con ulteriori studi mirati ad approfondire il ruolo di alcune variabili emerse nel corso dello studio quali… carico vaccinale… etc.”. Questo significa che in soggetti adulti un carico vaccinale ripetuto conduce a una ossidazione di Dna e cellule oltre la norma, spezzando l’equilibrio ossidativo naturale e dando origine a malattie tumorali.

A questo punto i politici non possono dire di non sapere… anche perché in una udienza al Senato del 2011 è stato ascoltato il colonnello Vincenzo La Gioia che ha affermato come i militari controllati avessero, al ritorno dalla missione, rispetto agli esami effettuati prima della partenza, meno uranio in corpo e che l’incremento di alterazioni ossidative per alcune mansioni vanno ricondotte all’eccesso di vaccinazioni, soprattutto per il personale frequentemente impiegato nelle missioni di pace.

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Uno dei partecipanti alla conferenza stampa, Andrea Rinaldelli, padre di un alpino morto a 26 anni per un linfoma di Hodgkin, dopo aver spiegato che il vaccino somministrato al figlio è stato tolto dal mercato a distanza di 4 anni dalla sua immissione, ha affermato che la responsabilità mai ricade sulle case produttrici ma sul Ministero della Salute, cioè sui cittadini; Sauro Scarpeccio, di Genitori per la Vita (un gruppo presente su fb che recentemente ha visto aumentare in modo esponenziale le adesioni, segno di una maggiore attenzione al problema) chiede più trasparenza, mentre Anna Menghi, gia Sindaco e Presidente Anmic, non accetta che in un paese moderno, come si presuppone sia l’Italia, si faccia disinformazione sulla pelle dei bambini.

Fernando Pallocchini

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