di Alvaro Norscini
Chi ci-ha lo pà’ non ci-ha li dendi
chi ci-ha li dendi non ci ha lo pà’
È un vecchio proverbio popolare che associa quello che allora era un alimento indispensabile come il pane ai denti, atti a masticarlo. Quando ci sono entrambi (pane e denti) tutto va a gonfie vele, se uno dei due dovesse mancare sarebbe il sintomo di qualcosa non va. Sono molteplici le situazioni a cui allacciare questo proverbio, anche alla capacità di rimboccarsi le maniche, de dàsse ‘na mossa, e di lavorare bene affinché il lavoro quotidiano sia la base per il lavoro futuro dei nostri giovani. Vale a dire, in dialetto:
Certi ci-ha lu lavoru ma poca voja de fadigà’.
Oggi abbiamo disoccupazione a tutti i livelli di età, giovani laureati che vivono mantenuti da genitori anziani, lavoratori in avanti con l’età costretti, da leggi sull’aspettativa di vita (?!), a continuare un lavoro che per loro diventa giorno dopo giorno sempre più pesante. Povertà in crescita e fasce sociali sempre più distanti: da una parte crociere, vacanze, auto e moto nuove, dall’altra mensa Caritas, bollette inevase, prodotti in scadenza al supermercato.
Chi ci-ha li dendi non ci ha lo pà’.
Di persone che hanno voglia di lavorare e non hanno un lavoro ce ne sono molte e saranno ancora di più, se la tendenza attuale non dovesse cambiare. Se il “pane” non ci sarà per tutti che rimarrà? Armàne li dendi e issi, per fame, moccica… moccica quello che je capita!
Avviso ai governanti: “Penzatéce!”