di Siriano Evangelisti
Sono locali gli autori dei quattro libri usciti a maggio, al pari degli argomenti trattati, diversi nel genere ma tutti di grande interesse, come risulta dall’esame degli stessi. Con Cesare Angeletti si va alla ricerca delle radici della nostra cultura e del conseguente nostro modo di essere, oggi. La sua “Storia della civiltà contadina marchigiana”, edita a cura del Consiglio Regionale delle Marche sembra una rilettura in chiave moderna delle “Opere e i giorni” di classica memoria. Rilettura moderna ma non troppo, perché quanto scrive l’autore non esiste più da almeno un secolo. I fatti più importanti dell’anno agricolo – la mietitura, la trebbiatura, la pista del maiale e via dicendo – ma anche ogni momento della vita in campagna, sono puntualmente narrati così come vengono descritti i vari personaggi che animano la scena, con una prosa chiara e divertente nel contempo, che invita alla lettura, resa ancora più gradevole dalle numerose e rare immagini d’epoca.
Un capitolo a parte è riservato ai “detti”, usati un tempo e non solo in campagna, che nei loro doppi sensi, chiariti dall’autore, mostrano l’arguzia e la saggezza dei nostri nonni.È dallo stesso ambiente rurale descritto da Cesare Angeletti che proviene Benedetto Verdicchio da Pausola, soldato della Grande Guerra, nel corso della quale ha tenuto un diario, riscoperto dalle nipoti e riportato in volume da Pietro Molini, corredato da foto e ampie notizie storiche. Con parole semplici ma di forte effetto il fante corridoniano descrive la dura vita della trincea, i pericoli mortali quotidiani, per cui annota “si soffre per la fame e ci batte il cuore di paura”.
È cronaca minore ma, per la diretta conoscenza della realtà, una rappresentazionevalida quanto gli scritti di storici illustri. Il volume èaccompagnato da una interessante ricostruzione della famiglia Verdicchio, a cura di Fabio Sileoni. Dalla campagna al paese una volta la distanza era minima, ma i personaggi e le loro esistenze erano spesso molto diversi. Come risulta nell’ultimo libro di Roberto Gaetani – un letterato prestato all’avvocatura – nel quale rivivono la vita avventurosa e l’opera, per la maggior parte inedita, di Aurelio Ciarrocchi, tipografo di Civitanova Alta, socialista in tempi nei quali la tessera del partito unico era indispensabile per lavorare. Sono i testi di diverse commedie, per lo più in dialetto, come sono in dialetto numerosi sonetti satirici contro personaggi noti della Civitanova della prima metà del secolo scorso. Una riscoperta interessante che riporta alla luce l’opera di un artigiano che altrimenti sarebbe stato ricordato solo perché padre di un grande artista del ‘900: Arnoldo Ciarrocchi. C’è poi il volume di Goffredo Giachini che rientra nel campo dell’arte, scritto a conclusione del lavoro effettuato nella classificazione e inserimento in retedella donazione dell’artista, maceratese di nascita e perugina di adozione, Maria Elisa Leboroni alla Biblioteca Statale di Macerata di una raccolta di oltre 12mila ex libris realizzati da artisti di tutto il mondo. Ne potete leggere un più ampio servizio de La rucola http://larucola.org/2015/08/22/gli-ex-libris-del-fondo-leboroni/