Un libro, una storia, testimone
della carità e della dignità dell’uomo
Il 25 e il 26 di aprile, nell’Aula Magna del palazzo comunale di Montecassiano e nella sala parrocchiale di Sambucheto, si sono tenute le manifestazioni organizzate dal Comune, dall’Anpi, dal circolo culturale Scaramuccia, dalla parrocchia Santa Teresa, in occasione della pubblicazione del libro “Don Ezio Cingolani, un eroe senz’armi della Resistenza civile”. Il volume, scritto da Piero Giustozzi, originario di Sambucheto, con prefazione di Luigi Accattoli, giornalista del Corriere della Sera, voluto soprattutto dai nipoti di don Ezio e da alcuni sacerdoti, ha riscosso lusinghieri apprezzamenti da parte del pubblico intervenuto. È stato scritto che le bande partigiane non avrebbero potuto resistere un solo giorno senza l’aiuto e la collaborazionedei contadini e delle parrocchie; tale affermazione vale anche per il movimento patriottico del territorio maceratese, anche se la Resistenza fu per alcuni aspetti diversa da quella dell’Italia centro settentrionale.Don Ezio Cingolani, parroco di Sambucheto, sofferente per una grave e cronica malattia renale, al tempo della guerra civile (8 settembre 1943-30 giugno 1944) dette ospitalità e sostentamento ai soldati sbandati, ai renitenti e disertori, ai prigionieri evasi dai campi di con-centramento. Molti altri sacerdoti e religiosi aprirono le porte delle canoniche e dei conventi. Don Ezio fece di più. L’amico Florindo Pirani, partigiano, coordinatore e organizzatore delle bande partigiane che faticosamente si andavano formando nell’Alto maceratese, era riuscito, oltrepassata la linea del fronte, a ottenere dal comando alleato non armi (gli inglesi non si fidavano degli italiani) ma una ricetrasmittente e il suo marconista. La radiotrasmittente, d’importanza fondamentale per il movimento patriottico, fu consegnata a don Ezio che la nascose nella casa colonica dei suoi genitori. Le sorelle facevano la guardia e da staffette nel recapito dei messaggi. Tradito da un partigiano don Ezio fu rinchiuso e torturato nel carcere di Santa Chiara in Macerata. Nei primi giorni di maggio fu scarcerato assai malconcio. Solo da qualche anno la storiografia della Resistenza ha riconosciuto il seminario regionale di Fano, dove don Ezio aveva studiato negli anni Trenta, un centro di educazione e di formazione antifascista. Qui vierano insegnanti contrari allaideologia del regime. I compagni di studio di don Ezio, ordinati sacerdoti il 22 aprile del 1935, don Enrico Pocognoni di Matelica, don Giovanni Piantoni di San Severino, don Elvio Calamanti di Montelupone e don Pietro Palazzini, che diverrà poi cardinale, erano nettamente antifascisti, proprio nel periodo in cui fu più alta l’adesione al regime mussoliniano. Don Ezio fu un eroe della Resistenza civile, un eroe senza medaglie, che per sé non volle ricompense né tantomeno attestati di benemerenza. Egli agì solamente mosso da autentico spirito cristiano e dal nobile ideale di libertà. Don Ezio Cingolani fu splendido testimone della carità e della dignità dell’uomo.
Piero Giustozzi