di Fernando Pallocchini
Vi proponiamo due piccoli grafici che spiegano molto della elezione amministrativa maceratese, basta saperli leggere.
ELETTORI – 36.136
1° turno
Romano Carancini 8.163 pari al 22.6%
Deborah Pantana 3.681 pari al 10,2%
In base ai voti espressi, calcolati in percentuale agli aventi diritto al voto, i due aspiranti al governo di Macerata sono stati sonoramente bocciati. Non si può amministrare una città (anche se la legge lo consente) rappresentando una minoranza. Per questo motivo entrambi i contendenti avrebbero dovuto dire, in un comunicato congiunto: “Stop, ai maceratesi non andiamo bene, ci ritiriamo a vita privata, venga un Commissario prefettizio e fra sei mesi altri si presenteranno al posto nostro”. Invece sono andati al ballottaggio, Carancini ha perso voti e la Pantana non ne ha recuperati abbastanza. Le loro percentuali, sempre calcolate in base agli aventi diritto al voto, sono risibili.
ELETTORI – 36.136
2° turno
Romano Carancini 8.041 pari al 22.2%
Deborah Pantana 5.563 pari al 15,4%
Di nuovo clamorosamente sconfessati, ma avremo un Sindaco che sarà espressione di una minoranza: dura lexsedlex, per cui vanno rispettati sia la legge che il nuovo Sindaco. In questa elezione la politica ha perso. Il centro sinistra ancora una volta è al governo di Macerata grazie al suo “zoccolo duro” e il centro destra deve prendere finalmente atto che la sua dirigenza deve dimettersi in blocco. Perché? Perché ha commesso tutta una serie di errori madornali. Ha subito una auto imposizione da parte di Deborah Pantana, non gradita a molti, che ha frammentato le varie anime; non ha saputo ricompattarle, copiando dal centro sinistra, attuando le primarie il cui vincitore, magari obtorto collo, sarebbe stato accettato; ha condotto una penosa campagna elettorale, con la candidata che non ha pensato avanti, a un possibile ballottaggio, e invece di concentrarsi sul solo Carancini, ha insultato tutti, anche quelli che nel ballottaggio avrebbero potuto aiutarla e che poi, in effetti, l’hanno snobbata; per non dire delle alleanze attuate non gradite all’elettorato moderato (che è il più numeroso) del centro destra. Tanta supponenza e tanto dilettantismo hanno fatto buttare alle ortiche un risultato che mai come questa volta sarebbe stato possibile. Non sono da criticare gli elettori che non hanno esercitato il loro diritto, perché evidentemente non hanno trovato motivazioni nei programmi elettorali presentati e tanto meno nei candidati. Domanda: “I politici veri dove sono finiti?”