Frantumi di ricordi

di Angela Catolfi

frantumi di ricordi 

Scorci di paese da stanze silenziose

in cui rivivono pagine

d’almanacchi dimenticati.

 

Da rughe d’intonaco

torna il vociare domestico,

il sapore di latte e biscotti inzuppati,

la carezza di mani amate

dall’odore d’erba falciata.

 

Aria di casa, così lontana così vicina:

addossate al tavolo

le nostre sedie impagliate,

in un angolo la vecchia stufa

che scaldava di favole la mia infanzia.

 

Oltre la porta socchiusa

la luce degli orti,

gli ulivi argentati,

i secchi d’acqua piovana,

i cespugli di rosmarino e lavanda.

 

È là, nonna, la tua esile figura

che m’aspetta,

accanto al muro

dove le donne, vestite di nero,

lavoravano ai ferri,

dove le vicine

parlavano attraverso le siepi.

 

Respiro a fondo

mentre le bianche nuvole,

come una volta, oltrepassano le colline,

dissipando echi, dolci alchimie

in frantumi di ricordi.

 

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