di Cesare Angeletti
Siamo ai primi del 900 e Macerata è fortemente contagiata dall’arrivo dell’ “Art nouveau” (detta anche floreale). Case e ville furono costruite seguendo l’indicazione della nuova arte poi a sublimarla in una costruzione, che ancora oggi fa bella mostra di se, furono i fratelli Perogio che fecero costruire il loro garage dei “postali”, oggi corriere, nel 1911 a metà delle “mura da sole” vicino a Porta Montana (o Convitto) proprio in tale stile. Il progettista Biagio Micozzi si ispirò a tale costruzione e disegnò e realizzò nel ‘23 il Palazzo delle Terme. In quella che oggi è piazza Vittorio Veneto, nell’orto dei Gesuiti, dove nel 1536 era stata eretta la chiesa di San Giovanni e il relativo collegio, sui resti dell’antico ospedale dei Cavalieri di Gerusalemme, fu eretto appunto il Palazzo delle Terme. Antonio Micozzi e Guido Manzi furono poi chiamati nel 1924 per effettuare le decorazioni interne. Ora tale struttura era stata voluta non solo per la sua indiscussa utilità sociale, favorendo e facilitando l’igiene popolare, visto che i bagni nelle case della gente comune, in tale epoca, erano solo delle latrine atte a esplicare i bisogni corporali. Solo i nobili avevano i camerini da bagno con tanto di vasca per le abluzioni, tutti gli altri usavano una semplice tinozza di legno. Presto le terme, diventate posto di ritrovo, furono usate anche per occasioni ricreative e culturali. Allora fu giocoforza arredarle in modo idoneo. Fu aggiunta alle attrezzature termali una sala di lettura poi, visto che qualcuno si dilungava oltre il mezzogiorno, fu allestito un ristorante e per uno spuntino veloce o una sana bevuta fu pure creato un sontuoso caffè. I maceratesi, da sempre, amano fare le cose in grande e le terme furono anche affiancate da un teatro da 800 posti. Inoltre fu attrezzato uno ampio spazio che d’estate era sala all’aperto. Naturalmente tale struttura prese subito una importanza a livello regionale e tante erano le persone che venivano a Macerata alle Terme a trascorrere la loro mattinata e che, spesso, restavano sino a tarda notte per assistere anche agli spettacoli serali. Nel 1936 il tutto fu acquistato dal comune e successivamente venne collegato con l’adiacente edificio della Pinacoteca Civica e della biblioteca Comunale e delle Terme rimase in uso, per vai anni, solo il teatro nel quale furono rappresentate anche le commedie di Pirandello dalla “Brigata amici dell’arte” e l’autore, quando era a Macerata, dopo lo spettacolo, amava conversare, amabilmente, con i protagonisti discutendo sull’allestimento della sua opera.