A cura di Fulvia Foti
Incominciai pure a prendere un po’ di confidenza con il paese, dalle case antichissime, ricche di balconi, addossate le une alle altre; mi sembrarono meno tetre della prima volta, quasi piacevoli, alcune anche belle. Ammirai il paesaggio strano e bellissimo, per le sue montagne che proteggono il paesetto, per i suoi boschi e i suoi giardini, per il suo petulante torrente che corre e brontola giorno e notte,riempiendo tutta la vallata con il suo chiacchierìo. Nelle frequenti passeggiate con Lino e Orazio mi sentivo rapita dalla bellezza e dalla varietà della campagna. La mia anima godeva veramente e non mi sentivo mai sazia di ammirare tanta bellezza. Peccato che imbruniva troppo presto e bisognava rientrare. Come dirti la dolcezza delle serate trascorse attorno al braciere, chiacchierando tutti riuniti, mangiando frutta secca, giocando a carte e a dama? Ogni sera non ci si corica prima delle 23 o delle 24! Io brontolo sempre ma comincio ad abituarmi a queste ore piccole. Il Natale lo abbiamo trascorso bene, siamo stati tutti alla messa di mezzanotte: la chiesa era veramente bella e piena di gente. Ci fu la processione attraverso il paese a lume di torce e fuochi di bengala, accompagnata dalla banda e da canti. Qualche cosa di poetico e di strano. Un altro giorno andammo alla “festa del gallo”: un giovane bendato, munito di una canna, doveva battere sulla testa un gallo vivo e sepolto fino al collo sotto terra. C’era da ridere! Molti provarono e nessuno riuscì, sicché il gallo andò all’asta. Anche l’anno nuovo venne e lo passammo benone, fra di noi. Il 3 gennaio ci trasferimmo qui, a Itala Marina, in una casetta presa in affitto già da parecchi mesi, in attesa del mio arrivo. Trasportammo il mobilio con un camion mentre Fulvia partiva con la gatta Nene chiusa nel sacco, la nonna con le galline, il nonno con il maialetto! La nuova casa è carina: ha tre stanze, una cucinetta con un ripostiglio e una terrazza al primo piano, una stanzetta e una grande terrazza al secondo piano, un magazzeno, ripostiglio, forno, vasca per lavare, pozzo e giardino al piano terra. Nel giardino parecchie piante di mandarini, aranci, limoni; si esce per una porticina sulla strada ferrata che ci divide da una immensa spiaggia bellissima, di fine sabbia, che finisce a mare. L’ideale per i bagni! Si può uscire in costume da casa e con una corsa trovarsi in acqua. Nella stanza di soggiorno pranziamo e trascorriamo il maggior tempo. In una stanza di mezzo dormono i nonni e in un lettino Fulvietta; nella terza stanza che dà sulla strada, con un bel poggiolo, dormono gli sposi (noi due!). Orazio dorme in una stanzetta sopra, in attesa di sposarsi e andare ad abitare dalla moglie, in un’altra bella casa poco distante da noi. Alla mattina sul terrazzino e sulla stanza di soggiorno batte un bel sole caldo che ristora, davanti a me la sconfinata immensità del mar Mediterraneo, alla destra le coste calabresi con le vette candide di neve; alla sera si vedono benissimo Reggio Calabria, Villa San Giovanni e altre località calabresi. Lungo tutta la strada e il litorale, a destra e a sinistra, centinaia e centinaia di casette con giardini, ricche di poggioli con vasi di piante grasse, per chilometri e chilometri. Posti bellissimi, paesaggi d’incanto! Siamo stati a Messina per alcuni giorni, ospiti di Nello e Lino mi ha fatto conoscere la città. Messina mi piace, ha parecchi negozi moderni, case belle, vie larghissime e lunghissime, molte pasticcerie con buonissime specialità ma bisogna avere la tasca ben fornita! Siamo stati al cinema (primi posti in tre £ 150) e abbiamo visto “I capricci di mia moglie”: caso strano lui aveva il carattere di Lino e lei ne aveva del mio! È molto difficile trovare alloggio a Messina perché la città è stata quasi distrutta dai bombardamenti e va gradualmente risorgendo. I prezzi dei generi sono come i nostri a eccezione dell’olio che va dalle 250 alle 300 lire il litro e del vino che sta a 60 lire il litro. Ho già gustato i gamberetti di mare, i “ciceri” (cioè quel pesce lungo, stretto e lucente che dicevi tu) e poi altri pesci grandi gustosissimi. Il pesce costa 250 0 300 lire il chilo, il più scadente 100 lire. Mi sembra un po’ caro!Incomincio a comprendere bene il dialetto siciliano ma in quanto a parlarlo non ci riuscirò mai! Fulvia ha riscosso unanimi applausi per la sua bellezza, per il suo sviluppo fisico e morale. È cresciuta molto, mangia con grande appetito, e le si è ingrossato il popò. Studia, la preparo per la scuola media e si applica con buona volontà. Approfitto di un signore che deve venire a Trieste per ultimare presto questa lettera e inviartela. Se avessi saputo prima della partenza di questo signore ti avrei mandato un po’ di olio ma, sai, non oso dare peso perché viaggiare con questi tempi con bagagli è noioso. Ti mando le tessere annonarie, a me non servono; vedi se puoi prendere qualche cosa per te. Come stai? Perché mi scrivi così poco? Come stanno tutte le nostre comuni amiche? Puoi leggere la presente lettera anche a zia Gisella e Nives ed Elsa e Luciana, perché non potrò più scrivere così a lungo con tanti particolari. Scriverò a tutti, separatamente ma più in breve. Ti prego di baciare tutti per me e dire che ricordo tutti con grande affetto e nostalgia. C’è Bice? Salutamela tanto, anche Bice se viene ancora. Raccontami di te e Carletto e la vita che fai. Novità? Mandami l’indirizzo di Ida e di Cottilia. Come hai passato le feste? Non hai brindato con nessuno?Scrivimi tanto! Bacioni affettuosi da me e da Fulvia, saluti da tutti. Scrivi! Tua sorella.