L’imperatrice Ageltrude tra i carolingi e Napoleone

Un libro di Marco Pugacioff

stampato da www.stampalibri.it

 p 12 ageltrude

Marco Pugacioff è un appassionato ricercatore, di quelli che un tempo venivano definiti “topi di biblioteca” ma che oggi usano internet e sanno leggere i risultati ottenuti dai motori di ricerca. Il suo libro che in questo numero de La rucola c’interessa è “L’imperatrice Ageltrude tra i carolingi e Napoleone”, che è stato stampato da www.stampalibri.it; il volumetto consta di 128 pagine, ricche di illustrazioni e di esaustive note a pié di pagina ed è possibile acquistarlo a 15 euro. E’ un escursus storico che parte dalla imperatrice Ageltrude (costei visse nel territorio maceratese-piceno e verso la fine dell’anno 800 fece erigere l’abbazia di Rambona sui resti di un tempietto romano dedicato alla dea Bona) e finisce con la morte di Napoleone Bonaparte. Il filo rosso che unisce i due personaggi storici, e prima di Ageltrude, i Franchi di Pipino il Breve e di Carlo Magno, è il territorio maceratese-piceno. A questo punto è bene ricordare come Marco Pugacioff sia stato uno stretto collaboratore di don Giovanni Carnevale, che fu il primo ad avere avuto la felice intuizione, successivamente confortata dalla pubblicazione di tutta una lunga serie di libri, che i Franchi vissero nel Piceno e da qui si espansero in Europa. La vicenda se sia ad Aachen la vera Aquisgrana o nel nostro territorio è ormai notoria e sta interessando sempre di più il mondo degli storici e dei ricercatori. Memore di questa collaborazione, Marco Pugacioff inizia il libro subito con San Claudio – Aquisgrana ripercorrendone la storia secondo la visione di don Giovanni Carnevale e aggettivando con “loffia” la manovra tedesca, operata attraverso la ricercatrice Hildegard Sahaler, che ha portato a datare al XII secolo la fondazione degli edifici carolingi presenti nel Piceno per smontare la presenza dei Franchi a tutto vantaggio di Aachen-Aquisgrana, dove però lo studioso Heribert Illig …esponeva la tesi che l’età carolingia era da cancellare dalla Storia per la totale assenza – in territorio germanico – di relative prove archeologiche e storiche. Insomma una bella bagarre! La narrazione passa poi a interessare Ageltrude, il suo incontro con il franco Guido, valente condottiero proveniente dalla città di Camerino, divenuto suo sposo e che diverrà futuro imperatore con tutte le vicende che ne conseguiranno. Da qui alla famiglia Vidoni il passo è breve. Questa è documentata fin dal VII secolo e da una lettera dell’erudito Alcuino si viene a sapere che il nonno dell’imperatore Guido fu suo allievo: dove? Ma alla Scuola Palatina di Aquisgrana! E abitando costoro nell’alto ascolano… questa Aquisgrana non poteva essere in Aachen. Segue tutta la storia di saccheggi e battaglie contro i Saraceni. Una puntatina su Urbs Salvia non poteva mancare e Marco Pugacioff dà la sua versione sulla origine del nome, partendo da una iscrizione rinvenuta nel sito archeologico della Ferente etrusca. Altro personaggio ampiamente trattato è Gerberto divenuto papa Silvestro II, nonché santo. Citiamo: Si dice che da una delle torri del Laterano contemplasse le stelle e poi le studiasse, sopra una sfera celeste da lui stesso costruita. È l’unico papa astronomo e matematico che abbia avuto la Chiesa (c’è una foto dell’abbazia di San Claudio con le due torri rotonde) Il Laterano a Roma non ebbe mai torri, ma se il Laterano fosse quello in val di Chienti… Nel libro Marco Pugacioff racconta di Carlo Magno e del monastero dell’Ile Barbe, della translatio delle spoglie di Carlo Magno e si dilunga sulla storia dei Templari, a partire dal primo Maestro degli stessi, Hugo de Paganis il quale, secondo l’autore, era un franco di una famiglia proveniente dalla Francia delle origini, cioè dalla terra dove sorse la prima Aquisgrana, le odierne Marche. E il Napoleone ce lo siamo perso? No Documenta infatti Marco Pugacioff che del casato Buonaparte o Bonaparte ci sono molte notizie nella storia di Ascoli tra il XIII e il XIV secolo e che la famiglia Bonaparte si trasferì in Toscana dopo il 1300. A San Miniato c’è un palazzo Bonaparte dove Napoleone, dopo la firma del trattato di Tolentino, fu ospite del suo parente Filippo Bonaparte, canonico. Fu allora Napoleone di origini marchigiane? Un medico che fu con lui nei giorni di Sant’Elena riferì che Si dolse di non aver veduto né Roma, né Ascoli, patria dei suoi avi. C’è un punto nel libro in cui ci permettiamo di riprendere l’autore, visto che La rucola è parte in causa: è quando in relazione al documento di Pipino il Breve su Castrum Verdinius, Villamagna e Villapinta non evidenzia che siamo stati i primi a darne notizia, grazie al nostro collaboratore architetto, nonché ricercatore, Medardo Arduino (La rucola n° 170 luglio 2012). Poi, inserendo castrum verdinius su Google risalta che siamo tra i primissimi da consultare. Comunque Marco Pugacioff ha svolto un gran lavoro!

Fernando Pallocchini

 

 

 

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