di Giusi Falleroni
Un duello tra un falco e una iena…
un duello cruento,
fra grigi edifici, simili a celle di un triste alveare;
mentre i fuchi laboriosi producono fiele
per sua maestà,
fugge disperata un’ombra,
mentre l’aquila attende per volgere in altri lidi
e plana attraverso colline artificiali,
l’ombra avvolta di niente,
dopo aver consunto le carni
dopo aver donato in silenzio i tempi migliori, parla:
“Udite voialtri, avidi, beceri! Ingordi come maiali!
Di prostrarmi a terra chiedete ancora,
volete marcarmi il dorso già così indolenzito?
Vi porgo la verga,
e chino il capo umilmente
al vostro smisurato egoismo,
oh!!! ancora una libbra di carne chiedete?
Ecco a voi una lama affilata!
Aiutate le vostre misere fauci
così duramente provate!
Riposatele dunque!
Resto qua, vi offro la parte migliore:
quella vicina al cuore…
Non abbiate paura, avvicinatevi!
ah! misero bottino che avanza…
anche senza respiro, vivo!
È nata l’aquila ormai, ella… vola leggiadra!
Così in alto… Oh! non potete scorgerla,
il sole vi accecherebbe, e la notte le è complice!
Quel che scorgete, è solo un’ombra,
l’ombra dell’uomo,
è rimasta ad attendere e sorride!
Potete accaparrarvi la parte migliore,
forse… quella vicina al cuore,
l’ombra del cuore!
Ormai dall’alto palpita l’aquila, e attende paziente
l’ombra dell’uomo…