… ma l’ideologia “gender”
arriva nelle scuole marchigiane
Per un po’ abbiamo assistito senza intervenire al teatrino della politica sulla cosiddetta “teoria del gender”. Oggi, non possiamo più tacere di fronte ad esternazioni che stridono con il più basilare buon senso e con la coerenza.
Siamo venuti a conoscenza del fatto che lo scorso mese di febbraio la giunta regionale uscente ha deliberato (delibera n.78 del 16 febbraio 2015) di approvare e finanziare l’ideologia “gender” nelle Marche. Ribadiamo tutta la nostra contrarietà, sottolineando che la Costituzione della Repubblica italiana all’articolo 30 recita “L’educazione dei figli spetta a genitori”. Siamo i primi a svolgere iniziative contro ogni tipo di discriminazione, compresa l’omofobia. Ma nascondersi dietro il paravento della sacrosanta lotta all’omofobia, per portare nelle scuole la teoria del gender, cercando di indottrinare gli alunni con idee tutte da dimostrare, ovvero che non siamo maschi o femmine, ma che il nostro sesso biologico lo decidiamo noi, ci sembra non solo molto discutibile, ma sicuramente non c’entra nulla con la lotta alle discriminazioni. Riteniamo che il materiale didattico che viene proposto nelle classi deve essere prima conosciuto e approvato dai genitori perché è a loro che spetta l’educazione dei ragazzi. Su questo punto non possono esserci incongruenze. Ecco perché chi si erge a paladino della “destra” dei valori e della famiglia, deve spiegare agli elettori maceratesi come può essere alleato alle Comunali con Paola Giorgi, proponente e presentatrice della delibera regionale che approva la diffusione nelle scuole dell’ideologia “gender”. Cosa ne pensano Forza Italia, Casa Pound, Idea Macerata, Destra di Popolo e gli altri, a parole, sostenitori della famiglia? E gli amici dell’Udc, se dovessero andare ad amministrare con Carancini e le frange della sinistra che sostengono questo tipo di ideologia, come si comporteranno?
Crediamo che sia arrivato il momento di fare chiarezza e smascherare accozzaglie politiche fatte solo per raggiungere un risultato elettorale e che alla resa dei conti si dimostrano incoerenti su argomenti molto delicati e sentiti dalla popolazione come quello della “teoria del gender”.
La difesa della vita e della famiglia tradizionale è nel dna non solo del Nuovo Centrodestra ma anche di un gran numero di persone che credono in determinati valori, ed è nostro dovere evidenziare in maniera forte e chiara la nostra posizione e la nostra sensibilità, non trincerandoci in modo reazionario, ma misurandoci con una visione che concerne la natura dell’essere umano, cercando di occupare tutti quegli spazi che ci possono permettere di evidenziare la nostra visione, facendo capire quali siano le conseguenze dell’applicazione dell’ideologia “gender” e quanto sia alta la posta in gioco, soprattutto per i nostri giovani.
Auspichiamo che il presidente Gian Mario Spacca, una volta rieletto, su questo argomento possa avviare un confronto sereno e aperto insieme a tutte le forze politiche che fanno riferimento al Partito Popolare Europeo, con le quali condivide valori fondamentali come quello della famiglia.
Gabriele Mincio – Segretario provinciale Nuovo Centrodestra
Barbara Arzilli – Coordinatore Comunale Nuovo Centrodestra