La proposta urbanistica dei “5P”

Marina Adele Pallotto, candidata a Sindaco,

è per principi di Urbanistica Partecipata

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Noi, lista 5P, sentiamo l’esigenza di dare una risposta ai tanti cittadini maceratesi che chiedono un’alternativa reale e concreta alla degenerazione urbanistica che sta riguardando Macerata, dove si assiste a un centro storico sempre più spopolato e fortemente dequalificato. La nostra proposta comprende un piano regolatore generale “a crescita zero”, ovvero recupero di cubature industriali dismesse e ristrutturazioni sufficienti a tenere sotto controllo la speculazione edilizia. Questo non significa perdita di progresso e innovazione, non significa andare a tagliare posti di lavoro né estromettere attività edili dal mercato, ma vuol dire assumersi un vero e proprio atto di responsabilità nei confronti delle future generazioni non occupando spazi pubblici né interi pezzi di territorio. Il Comune di Macerata ha come emergente priorità quella di ripopolare il centro storico, creando nel contempo nuove prospettive di lavoro con il riportare in esso attività commerciali e artigiane oggi ridotte al lumicino. Il Comune deve, nei x-marina-adele-pallottoprimi atti della nuova amministrazione, incentivare con finanziamenti a fondo perduto e anche con defiscalizzazioni le ristrutturazioni; farsi carico per i primi due anni delle locazioni commerciali e artigianali. Far rivivere il centro storico riportando gli uffici comunali, l’Università, anche attraverso anche il coinvolgimento dell’ERSU. Il Comune deve promuovere principi di Urbanistica Partecipata-Comunicativa che siano sentiti come propri dalla comunità locale, perché contengono immagini che la comunità locale assegna ai luoghi di vita e di relazione. La partecipazione viene utilizzata per favorire il coinvolgimento di un maggior numero di soggetti rispetto ai tradizionali processi a monte da cui poi scaturiscono le decisioni; la comunicazione deve essere utilizzata per trasmettere, illustrare e discutere con nuovi linguaggi i contenuti delle decisioni. Dai lavori di gruppo nascono spesso dal basso contenuti progettuali interessanti che scaturiscono dalla memoria e dall’esperienza degli abitanti e così pure possono essere comprese e risolte conflittualità latenti o dichiarate tipiche di ogni processo di trasformazione. In particolare un piano locale di piccola area non può fare a meno di un processo partecipativo che, soprattutto in un rapporto di tipo conflittuale, porta i cittadini a una maggiore coscienza degli interessi in gioco e a un miglioramento del risultato. Si potrebbe operare proprio in tal modo, a esempio, per risolvere la questione annosa del  parcheggio a nord (Rampa Zara), presente nel programma amministrativo e che è stato cancellato in pochi mesi: è importante o no realizzare un altro parcheggio? Potrebbe essere di una qualche utilità il parcheggio di rampa Zara, a esempio, se si desse nuova vita al centro storico? La risposta ce la daranno i cittadini. Il tempo necessario che, con questi processi di lavoro, risulta essere maggiore di quelli della pianificazione ordinaria, soprattutto nelle fasi iniziali, si può recuperare sulle fasi finali quando i gruppi sono più affiatati ed organizzati. Ma solo in tal modo potremmo porre rimedio agli errori fatti in passato.

Marina Adele Pallotto, candidato sindaco Lista “5P” per Macerata

 

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