di Forza Rata
Un paio di mesi fa sono stato a Roma a trovare una famiglia amica. Ho avuto una ottima accoglienza nei due giorni di permanenza: mi hanno portato un po’ ovunque a visitar musei, monumenti e ruderi dell’antica Roma. Una città caotica, disordinata ma bellissima e affascinante. Tipici i mercatini che colorano ogni quartiere e dove trovi di tutto un po’, specialmente la frutta e la verdura che arrivano dai dintorni. Tra i suoi milioni di abitanti non mancano i tipi originali dalla risposta pronta, e proprio nei mercatini è facile incontrarli. Ero al mercatino rionale di San Paolo in via Corinto e nel vociare assordante, tra donne dalle capienti sportole ne noto una che discute pacata col fruttarolo: “Quanto le fai le mele?” – “Un euro e venti signò!” – “Me ne fai du’ chili e nu’ mme le dà fraciche!” – “Come le vòle, rosse o gialle?” – “Che me frega der colore! mica me magno la scorza..! A casa mia le capàmo… co’ tutto lo zozzo che je danno… nun se sa mai…”. Altra gustosa scenetta al mercatino militare di via Sannio dove, sulle bancarelle si trova ogni cosa, o quasi: non ho visto alcun carro armato! Magari non me ne sono accorto ma è facile che sul cannone ci abbiano appeso dei giubbetti antiproiettile. Un bancarellaro cercava disperatamente una tuta mentre il cliente impaziente stava per andarsene: “Anvedi tu… do’ è annata a finì..? L’ho messa qui…” – “Ahó, se me ‘a vòi dà ‘sta mimetica…” – “Te ‘a do, te ‘a do… si la trovo… è ‘na tuta mimetica bbòna… infatti s’è mimetizzata così bbene che nun so più do’ caz… s’è ficcata!” Tra le bancarelle fanno capolino alcuni negozi tradizionali e un pollivendolo elogia a gran voce i suoi prodotti: “Venàte gente..! Da noi solo polli Amadori cor siggillo de qualità! Amadori còi polli ce sta a fa’ ‘n sacco de sòrdi… anche Vanna Marchi ha fatto li sòrdi co’ li polli… venàte gente, fate fa’ li sòrdi anche a me co’ li polli!” È proprio vero che la pubblicità è l’anima del commercio: il tizio ha la bottega piena e continua la sua farsa strillando da sopra le teste dei clienti. Tra due bancarelle un barbone dorme accucciato dentro uno scatolone che conteneva la pasta. Lo indico agli amici che mi stanno accompagnando nel giro: “E questo che fa lì? Da noi non siamo abituati a certe scene…”. – “Qui a Roma è normale… quello dorme lì dentro perché do’ sta Barilla c’è casa..!” E giù un coro di risate alla battuta che, immagino, a Roma sia nella norma. Poi mi portano dal barbiere, ho la barba di due giorni e stasera siamo ospiti a una cena, invitati da alcuni parenti. “Questo è er mejo figaro de Roma!” Siedo e attendo. Sta servendo il fiorista della bottega accanto. Finito il taglio dei capelli costui chiede il conto e il figaro: “Gnente, gnente… oggi omaggio!” Il fiorista ringrazia ma poco dopo fa recapitare al barbiere un bel mazzo di fiori. Sotto un altro e tocca a un celerino: taglio rapido di capello e stessa storia: “Oggi è una giornata speciale, so’ diventato nonno! Aggratisse pure per te!” Il poliziotto ringrazia, fa tante felicitazioni al barbiere e poco dopo fa portare dal bar di fronte un cabarè di paste per festeggiare l’avvenimento. Prima di me è rimasto un solo cliente, in giacca e cravatta. Si accomoda sulla poltroncina girevole e il figaro lo serve ossequioso. Il mio amico mi si accosta e, sottovoce, mi spiega: “Quello lì è un Onorevole…”. Sforbicia di qua e sforbicia di là anche il tizio si alza e fa per pagare. “Aggratisse anche per lei dottò..!” Contento esce dalla bottega con il sorriso sulle labbra. Ora tocca a me e mentre mi rade con leggerezza noto dallo specchio che la bottega si sta riempiendo… il barbiere mi sussurra all’orecchio: “Ecchéli qua… so’ tutti parlamentari… quello che è uscito ha sparso la voce che oggi è gratis e questi arriveno come le formiche!” Io sono imbarazzato, non so come potermi sdebitare, naturalmente faccio tanti auguri al neo nonno che, contento, ringrazia e mi dice sottovoce: “Io a questi je tajerebbe la testa… no’ barba e capelli!”