Tratto da Macerata tra storia e storie
di Fernando Pallocchini
La prima Porta Mercato, che magari non aveva questo nome, venne eretta intorno al 1370 ed era posizionata alla fine di Piaggia della Torre, all’altezza del vicolo Cassini. Non era un gran manufatto costruito evidentemente “in economia” o, si può anche dire, “a tirà’ via”. Tuttavia, al momento opportuno, assolse egregiamente il suo ruolo. Infatti nel 1377 resistette all’assalto degli sgherri del fermano Rinalduccio da Monteverde che, respinti, dovettero rinunciare all’impresa. Fra il 1440 e il 1445 Mastro Bevilacqua da San Severino edificò le mura, che ancor oggi osserviamo, isolando la piazza dalla campagna e inglobandola nell’abitato cittadino. Nel 1459 la Porta Mercato fu sistemata dov’è attualmente e, nel 1522, venne difesa da un bel fortilizio che occupava gran parte dell’attuale piazza Nazario Sauro. Fu demolito tra il 1808 e il 1822, con esso anche la porta che, ricostruita, assunse l’aspetto odierno. Questo si deve al poco noto Nicolò Lavernera, allievo del rigidissimo neoclassico Pietro Camporesi, architetto proposto dal marchese Amico Ricci-Petrocchini che, così, intendeva arginare l’attività del concittadino Salvatore Innocenzi, da lui inviso, il quale stava rimaneggiando il Palazzo Comunale e faceva progetti per il costruendo Sferisterio. La monumentalità della gelida
costruzione neoclassicissima fu in parte sminuita quando, negli anni successivi all’annessione, si rimosse il grande stemma di Pio VII che sormontava il solenne attico. Nel 1893, nell’intercolumnio, furono piazzati quattro “lumi elettrici a goccia” che facevano aumentare la “familiarità” della costruzione. Come le altre sopravvissute porte cittadine anche Porta Mercato non ha più l’originario utilizzo di difesa e di controllo del territorio ma, oltre all’aspetto ornamentale e storico, ha dalla sua sempre la funzione di ingresso alla città, in entrata e uscita per i pedoni, solamente in uscita per le auto. Attualmente è molto ben conservata. La sua mole massiccia è alleggerita dalla presenza dell’Universo, la bella e significativa scultura opera di Umberto di Peschi, ben armonizza con lo Sferisterio e introduce al sorprendente, ampio slargo di piazza Mazzini. Lateralmente, mimetizzate dentro i massicci montanti, ci sono quattro stanze, due a destra e due a sinistra, sovrapposte; queste nel tempo hanno avuto diversi utilizzi e oggi quelle a sinistra (uscendo) sono un, turisticamente apprezzato, info point. Un momento affascinante vissuto da Porta Mercato, rimasto unico e difficilmente ripetibile, è stato quando in città venne organizzata “Sa’ Gnulià’ d’estate”. Una suggestiva manifestazione rievocativa in costume medioevale. Piazza Mazzini fu il punto di partenza del corteo formato dai figuranti delle quattro porte cittadine, dame e notabili con ricchi costumi, come il clero, mentre il popolo era più modestamente vestito, il tutto curato nei minimi particolari sia per gli abiti come per la formazione dei gruppi, per il modo d’incedere e di porsi agli spettatori. Da Firenze erano giunti personaggi splendidamente ornati e alcuni “soldati” si portavano appresso un cannoncino montato su ruote di legno che ogni tanto sparava una salva tonante. Da Fermo erano stati invitati abilissimi sbandieratori, come da Imola, tutti coloratissimi, accompagnati da tamburini sgargianti e strepitosi. Tutta piazza Mazzini appariva come la tavolozza di un pittore. Sotto l’arco di Porta Mercato passò il corteo per iniziare il giro che lo avrebbe portato per gran parte di Macerata, fino al Duomo per la benedizione e con arrivo in piazza della Libertà, per l’occasione gremita fino all’inverosimile di persone ansiose di godere dello spettacolo e dei fuochi artificiali. Una situazione emozionante vedere spuntare dalla monumentale porta ciò che a Macerata non si era mai visto mentre il cupo rullio dei tamburi faceva tremare ogni cosa. Per la cronaca il torneo inserito nella manifestazione, la corsa delle arance, venne vinto dagli atleti di Porta San Giuliano.
continua
Foto di Cinzia Zanconi