“Costellazioni d’amore” a Osimo

Poi le parole, con Maurizio Boldrini,

hanno preso corpo…

Maurizio-Boldrini

Domenica scorsa le “Costellazioni d’amore” hanno illuminato La Nuova Fenice di Osimo. La fortuna dei poeti è che possono contare su altri poeti che, prima o poi, sapranno rendere di nuovo vivi i loro versi, le loro visionarie tensioni, così che possono momentaneamente addormentarsi nell’oblio,perché ci sarà sempre qualcuno che li farà di nuovo riaffiorare sulle loro labbra. Nella prima parte dello spettacolo la regia di Marco Frontalini ha tessuto un labirinto di voci, corpi danzanti e canto, secondo la regola più arcaica della poesia, per la fortuna di Leopardi, Campana, Yourcenar, Montale, mentre Brecht canta con i bellissimi e raffinati umori della voce di Maria Grazia Barboni. I testi recitati da Marco Frontalini, Alessandro Marrocchi, Gaia Bianchelli, Marcella Messina, Luca Marchetti, Maria Isabella Gentili sono l’impalcatura verbale sulla quale muove la leggerezza delle danzatrici Valentina Rosati, Camilla Pesaresi, Roberta Nuzzaci, Chiara Scarponi, Silvia Gambini, Laura Sanseverinati, Giulia Burattini dell’associazione “Il balletto”, diretta da Adua De Candia. Il numeroso pubblico che ha partecipato allo spettacolo, dopo cinquanta minuti di “Costellazioni”, non poteva immaginare che quell’appagamento poetico appena goduto era solo l’inizio di una grazia. Con l’inappuntabile regia fonica di Euro Morresi e l’assistenza di Carla Camilloni, sulla voce terrorizzante di Hitler entra in scena Maurizio Boldrini che la ribalta di colpo con parole di inaudita tenerezza tratte da “Advocata” (una preghiera alla Madonna) di Giovanni Prosperi, mentre in sottofondo va il canto delle monache di clausura di Filottrano, un inizio da brivido. Già, il brivido e la vertigine sono costanti per i quaranta minuti delle sue “Le differenze della voce”, quella di Boldrini non si può definire “una bella voce”, è molto di più perché è unica nel saper restituire intatto il corpo sonoro dei poeti che interpreta e riedifica nel proprio corpo-voce, i suoi nervi vibrano di corde talmente intime che arrivano dirette agli ascoltatori, procurando un corto circuito da vaso a vaso. Ciò è una rarità oggi che i grandi maestri della voce del Novecento se ne sono andati e come Mario Luzi in vita scrisse a Boldrini la sua gratitudine, riconoscendolo “sua” voce, anche Pasolini, Campana, Villa, Pagnanelli e Zanzotto, se avessero potuto ascoltare ciò che il maestro della voce ha materializzato con le loro parole, di certo lo avrebbero accolto con lo stesso calore, per loro lo hanno fatto gli spettatori di Osimo. Una signora, ringraziando Boldrini, dice: “Quando tu reciti le parole prendono corpo ed escono dai fogli da sole, al ritmo di una musica soave che è la tua voce e mi sento catapultata lì, sul palco, in unione a tutti gli altri spettatori che, come me, si sentono vibrare dentro.” Doppio grazie al Teatro Aperto che ha realizzato l’evento nell’ambito del cartellone AMAT.

Patrizia Mancini

 

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