di Adriano Accorsi
Cosce bianche,
vino rosso
e puzzo di sudore.
Vènti che abbattono
querce.
Vicoli ciechi senza nessuna luce,
senza nessuna stella.
Cavallo bianco di miele e di fango,
criniere argentee.
Assassinano fiori
gli zoccoli.
Musiche dolci,
violentate.
Oh le tue mani bianche!
Soltanto le tue mani sono bianche,
immacolate ancora dalla pioggia
di sangue caduta sul tuo corpo.
Ma tenerezze mi legano ormai,
e svellono il coltello dalla lama d’avorio
che affondasti nel mio cuore, amore,
amore azzurro diventato rosso.
Non nascerà più il sole domani,
domani e per sempre non nascerà più il sole
su di noi: nubi di tenerezze
lo nascondono.
No. Non voglio amarti più,
pace ai miei sensi. E non insinuarti,
perfida, nelle aeree valli notturne
del mio cervello.
Scaccerò il parassita che hai deposto
nel mio corpo. Ci sono sguardi di acque
chiare, ci sono corpi candidi
a attendermi.
Con altri occhi ti vedo oramai,
ti vedo immersa in un mare di croci
e fango vomita la tua bocca. No.
Non voglio amarti più.