Tratto da Macerata tra storia e storie
di Fernando Pallocchini
Piazza Libertà: torre civica – teatro Lauro Rossi – San Paolo
Il tempo.
Il tempo nella nostra realtà oggettiva scorre senza fine, avanza in continuo, secondo dopo secondo, come la sabbia fine nella clessidra.
Impossibile fermarlo… possibile fissarlo.
Si può fissare con uno scatto fotografico mentre questo cattura l’istante e anche con la scrittura che trasmette il ricordo di quanto è stato.
Quindi, svincolati dal tempo, iniziamo un viaggio errabondo volto ad accrescere la conoscenza su Macerata partendo dal 1711, una data non qualsiasi perché questo è l’anno in cui cinque pellegrini di Velletri in viaggio verso Loreto, passando per Macerata, nel loro idioma, raccontano…
…Il giorno dopo partissimo da Tolentino, e per 12 miglie di ottima strada giungessimo a Macerata con passar molti ponti, altri di mattoni, altri di legno. Questa fu giudicata la migliore delle città che si trovino nella strada di Loreto, poiché è situata in un ameno colle, tutta recinta di buone mura con due grossi borghi annessi, le fabbriche e strade assai belle, e vaghissime sono le chiese e palazzi fra quali occupa il primo loco l’ultimo fabbricatovi da signori Bonaccorsi. E’ assai numerosa di popolo e nobiltà e non meno ricca et abbondante, per essere Capo dello Stato della Marca. E’ molto vagha la piazza formata e recinta da quattro fabbriche isolate, dal palazzo di monsignor governatore, dal palazzo del magistrato, dal palazzo della Sapienza, e dalla chiesa e collegio dei padri barnabiti, dove osservassimo fra le altre cose un nobilissimo cenacolo. Vi è la Rota maceratense composta da cinque uditori ben stipendiati dalla città, e risiedono tutti in un palazzo destinato a tale uso e dalli medesimi si decidono le cause della città e di tutta la Marca, difendendosi da curiati et avocati che ivi trovansi copiosamente. Vi è la Sapienza in cui da pubblici lettori leggesi giornalmente filosofia, theologia, legge, medicina et altre scienze. Il campanile della Sapienza suddetta è alto e ben vago et ha nel mezzo un orologgio ammirabile che segna nell’istesso tempo l’hore, li mesi, li segni correnti del Zodiaco, la luna con tutte le sue mutazioni et eclissi. Oltre di che ogni volta che suona l’hora, esce prima un angelo di rilievo a salutare l’imagine della beatissima Vergine situata sotto la sfera di detto orologio. Escono poi successivamente li tre Re Magi similmente di rilievo, che all’apparire di una stella che li precede, adorano un doppo l’altro il bambino Gesù che tiene in braccio la Vergine suddetta, e poi batte l’hora. Nel palazzo del magistrato che è di buona forma sostenuto di sotto da più archi che formano portici, osservassimo che la sera nel mentre suona l’Avemaria, suonano le trombe e si tengono accese due torcie ad un immagine di Maria Vergine posta fra le finestre del palazzo. Vi è una cathedrale antica et una collegiata di canonici. Il vescovo ha unita ancora la città e diocesi di Tolentino. Il prelato governatore che vi risiede, ha una amplissima giurisdizione su tutto lo Stato della Marca di cui Macerata è capo. Alloggiassimo all’osteria di S. Marco trattati con somma civiltà e cortesia.
continua
Foto Cinzia Zanconi