Liberamente tratta da “Storia di Macerata”,
origini e vicende politiche di Adversi, Cecchi, Paci
Si vota l’annessione al Regno di Vittorio Emanuele
Via i pontifici ecco i piemontesi
Nella serata del 18 settembre 1860 giunse notizia della vittoria piemontese, confermata il giorno dopo, per cui durante una dimostrazione popolare fu dichiarato caduto il governo papale. Mentre il Delegato apostolico Apolloni se ne andava, arrivavano in città il giorno 20 i generali Fanti ed Enrico Morozzo della Rocca. Fu emanato un manifesto che invitava gli sbandati dell’esercito papale a presentarsi per evitare che si unissero ai briganti assoldati da Monsignor De Angelis, Arcivescovo di Fermo.
Si prepara l’annessione
Il generale Fanti dette incarico al Conte Cesare Pallotta, al Conte Antonio Carradori e al dottor Vincenzo Taccari di formare una Commissione provinciale di Governo. Fu emanato un manifesto per costituire la Guardia Civica e una Giunta che sotto la direzione della Commissione provinciale di Governo e d’accordo con quelle delle altre città, provveda perché al più presto possa essere legalmente votata l’annessione al regno costituzionale di Re Vittorio Emanuele.
Giornate frenetiche
Sempre il giorno 20 settembre la Commissione, ampliata al Marchese Giacomo Ricci (eletto Presidente) e al dottor Francesco Marcucci, si costituì in Giunta provvisoria di Governo, che decretò immediatamente lo scioglimento del vecchio Consiglio provinciale e la istituzione di una nuova Commissione provinciale nelle persone del Cavalier Filippo Buonaccorsi, del Marchese Matteo Ricci, del Marchese Carlo Luzi, del dottor Ernesto Belardini e del dottor Aristide Morichelli. Fu sciolto il Consiglio municipale, furono confermati tutti gli impiegati ad eccezione della direzione di Polizia e fu istituita la Guardia civica. La Commissione provinciale, con sentimento umanitario e tratto di fine politica, il 23 settembre emanò un manifesto con cui s’invitava la popolazione maceratese a dare offerte per prestare aiuto e soccorso ai civili e ai militari feriti di ambe le parti perché dinanzi alla sventura deve acquetarsi ogni risentimento politico. Il giorno 25 settem-bre veniva istituita la Guardia Nazionale provvisoria agli ordini del Conte Giovanni Lauri.
Arriva il Re Vittorio Emanuele II
Il primo di ottobre il Commissario straordinario Lorenzo Valerio nominava Commissario provinciale l’avvocato Luigi Tegas che, il 19 ottobre, ricevette con grandi festeggiamenti il Re Vittorio Emanuele II. Il 17 ottobre furono sciolte sia la Giunta provinciale che quella municipale, entrambe provvisorie. Il 21 ottobre uscì il manifesto che convocava le popolazioni delle Marche per il plebiscito fissato per il 4 novembre.
Il plebiscito
Gli iscritti nelle liste per la votazione furono 5.065. Il Comitato annessionista della provincia emanò il 30 ottobre un manifesto che invitava a votare “Sì!”, stessa cosa fece il Municipio mentre il Commissario Tegas, il 3 novembre, annunciò la soppressione della odiata tassa sul macinato: una evidente mossa politica favorevole al Re. L’apertura delle urne dette il seguente risultato: iscritti 5.065; votanti 4.127; a favore del Si votarono in 4.104; scelsero il No 17 persone e 16 furono i voti nulli. Non votò, per disciplina, il noto poeta dialettale don Giuseppe (Jisè) Mancioli.
continua