di Margot Croce
Sfumare l’odio in un inganno inutile
appena socchiude il giorno
e le persiane invadono gli occhi
col tuo nome che rigurgita dal sogno.
Spettino i ricordi in frames disordinati
e mi aspergo dai denti il tuo sapore .
Non ho voglia di te né voglio averti più
immaginario di fianco portato
addosso rammendato e ricucito.
La riga allungata dell’occhio
e le scale scese in fretta
giorni che ricominciano e si ripetano
assomigliandosi.
M’incalza il tacco e il ritardo perenne
quel ricciolo attaccato all’orecchino
è solo un vezzo
che mi sostiene.