di Francesco Sabbatini
In preda agli sbalzi climatici che in questi giorni attanagliano le nostre giornate ho una irrefrenabile voglia di strappare in mille pezzi pagine di pessimismi, stress e malumori scritte da una mente pensante che non si arresta nemmeno davanti a una singola oasi di pace. Essa cerca, scruta, sente, analizza, compara, sviscera e scorpora, respira, inala ogni fragranza, percepisce ogni sfumatura e così facendo incasina ogni possibilità di libera interpretazione; non è possibile vivere ogni momento se ci soffermiamo ad analizzarlo, esso non è un pezzo operatorio da sezionare e classificare, va semplicemente vissuto. Spesso questa “pace” da ricercare è proprio dietro l’angolo, sotto il nostro naso però incapace di sentirne l’odore perché il lezzo di ipocrisia e indifferenza sociale è più penetrante. Momenti di standby riflessivi non sono la cura, né il palliativo, ma solamente una possibilità di lasciarsi travolgere senza pensare di continuo, colmando solo i vuoti lasciati dall’eccessiva razionalità; la fantasia riprende vita e un pizzico di follia non guasta affatto. Spesso è il condimento ideale per gustare ogni attimo di esistenza. Ultimamente (e non è facile) riesco a sentire il mio respiro e cerco di dare sfogo alle sensazioni che bollono nel calderone dell’anima, è liberatorio, strano ma meraviglioso! E’ una sensazione bellissima. Riesco ad assaporare anche le dolci parentesi che trascorriamo insieme dando adito a ciò che si cela nel profondo, pronto a riaffiorare quando necessario. Letture di evasione mi hanno aiutato a solleticare le papille gustative rispolverando sensazioni che credevo perse, tutto questo solo ascoltando il mio respiro e facendo mea culpa per tutte le volte che lo sentivo e lo ignoravo per paura di viverle. Vivere è affrontare, scoprire, curiosare, è porsi domande e trovare risposte magari proprio quando non le cerchiamo più. E’ un divenire continuo che ci permette di essere semplicemente ciò che realmente siamo sfruttando al meglio le nostre potenzialità e le qualità. Sorridere è l’ingrediente fondamentale di questo percorso, facendolo spesso e costantemente gli ostacoli diventano dei “passaggi” da attraversare e non infernali peripezie. Bisogna solo iniziare.