Un libro scritto da Rossano Cicconi
e Matteo Mazzalupi, edito da Edizioni Simple
“Croce di Caldarola, storia e arte”, scritto da Rossano Cicconi e Matteo Mazzalupi ed edito dalle Edizioni Simple, è un volumetto esaustivo su questo itinerario caldarolese. I due autori si sono divisi il compito di narrare, da diversi punti di osservazione, questa località. Il Cicconi si è occupato della storia e degli sviluppi sociali mentre Mazzalupi ha operato una visitazione artistica. Entrambi dettagliatissimi. Storicamente viene inquadrato il territorio fin dall’alto medioevo, con tutti i passaggi di potere delle famiglie franche e, nello specifico di Croce, il suo trasformarsi da corte in castello seguendo le vicende delle località vicine. Un percorso stimolante per chi, come noi, è interessato alla storia dei Franchi, segnatamente riferita al territorio maceratese. Ogni pagina è ricca di note che diventano esse stesse un libro nel libro. Durante la lettura del filone storico saltano agli occhi numerose curiosità, come quella della usanza di tenere un banchetto funebre all’ottava della morte, che nei legati di Croce si trasforma nella distribuzione alle famiglie del castello di due pagnotte grandi (duos panes magnos) e di un pezzo di carne di maiale (unum frustrum carnium porcinarum), qui siamo nella seconda metà del 1400. La comunità di Croce, dedita all’attività agricola e silvo-pastorale, sempre in quel periodo, regolava le questioni più importanti riunendo l’assemblea dei capifamiglia guidata dai massari. Da un documento del 1439 risulta che si riunirono 23 uomini nella chiesa del castello i quali nominarono 8 rappresentanti che andarono a conferire con Camerino per dirimere alcune questioni. Venne fondata nel 1937 persino una Comunanza Agraria, tuttora attiva, i cui soci esercitano, per solo uso familiare, il diritto di pascere e legnare su 65 ettari di bosco frazionato. Insomma c’è davvero tanto da leggere! Nomi importanti per quanto riguarda la parte curata da Matteo Mazzalupi, riferita alle opere d’arte presenti a Croce: Maestro di Rasiglia, Nobile da Lucca, Marchisiano di Giorgio, Durante Nobili, Giovanni Andrea De Magistris, Simone De Magistris e Carlo Magini. Interessante un affresco dalla incerta datazione (‘300 ‘400) in cui è raffigurata la storia della vera croce, con Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, che trova la croce a Gerusalemme; affresco molto rovinato e nascosto dietro un altare, sicuramente da staccare e restaurare per non perderlo. Un altro affresco votivo è attribuito al Maestro di Rasiglia, così chiamato perché numerosi suoi affreschi si trovano appunto a Rasiglia, sui monti che cingono la piana di Colfiorito. A Croce si conserva anche una bella scultura in legno dipinto raffigurante un Cristo crocifisso, e dello stesso autore, Maestro della Madonna di Macereto (Lucantonio Barberetti?) c’è un San Sebastiano a Castiglioni di Croce, e una Madonna col Bambino che si trova nella Pinacoteca civica di Camerino, anche queste sono sculture in legno dipinto. Di Nobile da Lucca è la pala dell’altar maggiore e due tele, oggi appese al di sopra della cantoria, che all’origine erano, con probabilità, gli sportelli che proteggevano la pala dell’altar maggiore. Splendidi sia l’affresco che le tavole di Marchisiano di Giorgio, queste ultime facenti parte di uno stendardo da processione. Chiaramente notevoli gli affreschi dei De Magistris mentre anche il Malpiedi ha qui lasciato una sua opera, una tela raffigurante Sant’Antonio da Padova. Le ultime pagine del libro sono occupate dalle foto di tutte le opere d’arte raccontate in modo dettagliato nella pagine del volumetto, a evidenziare lo stato di ricchezza di Croce, che raggiunse il massimo nel XVI secolo.
Fernando Pallocchini