Andati in “giochi” 9.500 euro pubblici
In questi giorni le cronache ci hanno informato di due iniziative del Comune, una riguardante la “Zona 30” di Villa Potenza, l’altra la decisione di rinnovare un murales in via Mugnoz. Due iniziative diverse, che credo però abbiano un filo comune: l’affidamento dei lavori da parte del Comune fatto in maniera discutibile, in mancanza di trasparenza e di pari opportunità.
“Zona 30” a Villa Potenza
Partiamo da “zona 30”: si tratta di un esperimento che fa sì che il limite massimo per le auto, a Borgo Peranzoni, sia non di 50, ma di 30 Km/h, che ha introdotto una rotatoria (dove pare i bus di APM non riescano a girare se non con un certo rischio e disagio), dei parcheggi e delle chicane, il tutto per rendere, a detta dei realizzatori, il borgo più vivibile e fruibile per i pedoni. Non è compito mio dare giudizi sul fatto che tale esperimento fosse una priorità per Macerata (secondo me no, però le scelte politiche le fa la Giunta Comunale), ma leggendo la delibera di approvazione del progetto, alcuni dubbi sorgono (n.318 del 2014); in primis, visto che non si capisce perchè l’esperimento (che peraltro non è stato accolto benissimo dai residenti, a quanto si legge), che ha a che fare con la viabilità, la segnaletica orizzontale e verticale, sia stato affidato a una associazione (Ciclo stile), che si occupa di biciclette, di noleggio e di promozione all’utilizzo delle stesse, dando alla medesima un contributo complessivo di 6.000.00 euro; la domanda che faccio è: perchè il Comune ha scelto di dare un contributo a tale associazione e non ha, invece, ritenuto di far progettare e realizzare “l’esperimento” tramite l’ufficio tecnico comunale e il corpo di Polizia Municipale? Sarebbe stato tecnicamente più corretto, (oltretutto il riferimento in delibera alla sussidiaretà orizzontale mi pare del tutto fuori luogo; il progetto è stato prima presentato da Ciclo Stile e pedissequamente approvato dalla Giunta; Cciclo Stile, secondo lo statuto si occupa di bici, non di viabilità) e, lavorando ‘in economia”, con gli uffici, si sarebbero risparmiati dei soldi, pubblici.
Un “mix” di cooperative
Un altro filone interessante di tutta la vicenda è che, girando per internet, CicloSstile pare essere una “espressione” di “Risorse cooperativa” (sono partner in Gruca onlus; organizzano congiuntamente eventi; Risorse Cooperativa ha realizzato per conto di Gruca e Ciclo Stile la guida cicloturistica della provincia di Macerata, etc…). che a sua volta ha in gestione il bar di Fontescodella (dove ha addirittura la sede operativa e il bar è ascritto come “attività secondaria”); il parco a sua volta è gestito (malamaente) da Meridiana scarl (società partecipata dal Comune e che dal Comune acquisisce provvidenze per appalti vari, con procedimenti opachi). Si badi bene che il parco è pubblico, ma è sostanzialmente messo a disposizione di privati per le proprie attività (è sede anche del CEA, sempre gestito da Risorse Coop), e mi piacerebbe sapere cosa ci guadagna il Comune (ossia tutti noi): temo nulla, neanche in termini di fruibilità del parco, che è degradato e perciò infruibile o quasi per i comuni cittadini. A pensare male si fa peccato, ma il dubbio che l’esperimento di Villa Potenza “Zona 30” non fosse stato un’impellenza per la città, ma una gentile concessione ai soliti amici, mi è venuto.
Il murales
Passando invece al murales, e premettendo che ritengo tale forma di arte di eguale dignità rispetto alle altre, non mi è dispiaciuto leggere che in via Mugnoz un artista di grido, il giovane e bravo Carlo Cicarè, abbia ricevuto il compito di realizzare una sua opera. Tuttavia, anche qui la modalità di assegnazione di lavori mi pare inidonea. La delibera di riferimento, in questo caso, è la n.278 del 2014, dalla quale si evince che il Comune ha stanziato € 3.500 (non si capisce se a titolo di contributo o come appalto di lavoro; cosa peraltro non indifferente ai fini della correttezza amministrativa e ai fini fiscali) per far realizzare il murales, dopo aver ricevuto dalla Associazione Ri – Animazione una proposta in tal senso, che ricomprendeva il bozzetto, il nome dell’autore, il costo complessivo; abbiamo anche qui un affidamento diretto, a Ri – Animazione (che ha quindi presentato un progetto “chiavi in mano” che la Giunta immediatamente approva, senza minimamente pensare se il fine potesse essere raggiunto con altri mezzi, magari più coinvolgenti per la città e a costi più contenuti). Iter discutibile, secondo me, se non proprio da evitare (anche in considerazione del fatto che la suddetta associazione collabora e ha collaborato in attività culturali e ricreative con l’ Assessore Stefania Monteverde).
Solo gli amici degli amici?
Anche in questo caso vale la stessa considerazione: non è che per caso a Macerata si lavora solo se si è amici degli amici? Per il murales, visti i tempi di ristrettezze, non poteva forse essere realizzato, per esempio, coinvolgendo l’Accademia di belle arti e i ragazzi che avrebbero, suppongo, lavorato e sperimentato anche gratuitamente? L’ottimo Cicarè, che mi spiace anche chiamare in causa perchè è un maceratese apprezzato nel mondo, ha anche realizzato il murale che abbelisce i ponteggi che nascondono i Cancelli; ma anche qui mi domando: i fondi pubblici per i murales e per gli esperimenti all’avanguardia ci sono; allora perchè i Cancelli marciscono da anni? Perchè il verde pubblico è labbandonato a se stesso? Perchè la gestione della cosa pubblica viene affidata senza trasparenza ed evidenza pubblica sempre ai soliti soggetti?
Marina Santucci