Oculistica a San Severino con sperpero
di denaro e difficoltà per gli utenti
Non si può certo dire che la gestione della sanità maceratese, in questi giorni, non riservi sorprese. I dati da riassumere sono questi: un allarme dato , la settimana scorsa, dal personale di Oculistica dell’Ospedale di Macerata che sarebbe prossimo alla chiusura; l’immediata ma sibillina smentita del direttore area Vasta 3 Gigliucci, che ha detto che si sta solo preparando uno spostamento di “alcuni” ambulatori presso l’ex INAIL; la nuova notizia, di ieri, per cui il personale di oculistica di Macerata sarebbe già stato informato di dover togliere le tende e trasferirsi a S. Severino.
Disservizi per gli utenti
Si apprende inoltre che l’ospedale di San Severino ha una sola sala operatoria e personale non sempre reperibile, mentre a Macerata il sesto piano dell’ospedale (interamente ristrutturato pochi anni fa per ospitare la “nuova “ oculistica) avrebbe già pronta una nuova sala operatoria per la microchirurgia, macchinario nuovo di zecca mai usato e in più due sale operatorie già funzionanti a pieno ritmo. Il condizionale è d’obbligo (anche perché Gigliucci non ha chiarito, non ancora), ma se succedesse quanto ventilato (chiusura di Macerata, conseguente sperpero dei soldi spesi per la nuova oculistica al sesto piano dell’ospedale di Macerata, spostamento dell’intero bacino di utenza a S. Severino), si creerebbero disservizi sia per gli utenti di Macerata che per quelli di san Severino, nonché di tutti quelli che ai due poli attualmente si rivolgono.
Più personale? No, più dirigenti!
Nel frattempo i vertici della ASUR tacciono, lasciando che voci allarmate passino per i corridoi: con la conseguenza che il tanto sbandierato piano di riorganizzazione della sanità marchigiana (e maceratese) appare per quello che è: chiusura di reparti, diminuzione di posti letto, riduzione dei servizi in qualità e quantità. La cosa sarebbe già grave per l’episodio in sé (taglio di un reparto dall’ospedale provinciale senza il coraggio di dirlo chiaramente, ingente spreco di denaro pubblico, assenza di miglioramenti per operatori e utenti dalla manovra posta in essere), se non fosse che nella vicenda si inseriscono altre “perle” della “Governance” sanitaria regionale. Il riferimento è al bando nuovo di zecca (Det. Asur 501 di agosto 2014)per cui sarebbe indispensabile assumere un indeterminato numero di nuovi dirigenti amministrativi ( che hanno un ingente costo che va a incidere sul bilancio della sanità, è ovvio) e di cui CGIL CISL e UIL non si erano accorti fino a che, sulla stampa, non è stato fatto notare. Si aumentano i dirigenti passacarte si falcidiano in quantità e qualità servizi sanitari che l’ ASUR dovrebbe garantire a tutti i cittadini.
Politica maceratese? Assente!
In secondo luogo, è da notare la totale assenza di intervento da parte dell’Amministrazione comunale di Macerata e del PD cittadino e provinciale che, invece, si trastullano in questioni di secondaria importanza come prese di posizione tetragone su (finta ) pedonalizzazione in centro, ultimatum a iosa su piscine di Fontescodella (scaduto uno, se ne fissa un altro, poi un altro ancora, tanto per fare), indizione di assemblee pubbliche sull’urbanistica e di azioni di sfiducia al presidente della Commissione Ambiente, entrambe lanciate mezzo stampa dal Segretario del PD cittadino Micozzi, entrambe rimaste senza seguito. In terzo luogo lascia perplessi il silenzio imbarazzante del Direttore Area vasta 3 Gigliucci( il quale, va ricordato, è fra gli aspiranti vincitori del concorsone regionaleper l’assunzione di altri dirigenti a tempo indeterminato, in numero di 13, di cui tanto si è già detto) che, se le cose stanno come riferito dagli stessi dipendenti del reparto di oculistica, non ha neanche il coraggio di dire il reale stato delle cose e di esporre pubblicamente le ragioni e i vantaggi di tale scelta. Sintomo che non deve trattarsi di una opzione poi così tanto positiva per i cittadini che rientrano nell’Area Vasta 3. Gli interrogativi posti sono parecchi e, mi pare, interessino molte persone. Chissà se qualcuno risponderà con dati di fatto.
Marina Santucci