due realtà tanto vicine…
Dal nostro archivio “riesumiamo” una bella pagina de La rucola n° 40 (luglio 2001) che ci fece tanto divertire e che, parodisticamente, ricorda una vicenda dei giorni (scusate… degli… anni) nostri. Le storie sono diverse per l’argomento trattato e anche per la tempistica, allora decisamente più breve, ma il ritornello è lo stesso. Nel 1880 si trattò della venuta a Macerata di un attore, tal Polidoro da Milano, oggi (scusate… in questi… anni) si tratta della realizzazione del polo natatorio. Allora furono manifesti affissi, oggi comunicati stampa; per cui, riprendendo la vena poetica dei maceratesi di allora…
In culo alle piscine: non è state mai vicine!
Correva l’anno 1880, era Sindaco Ferdinando Giorgini, un liberal-conservatore, non ferocemente anticlericale, che si barcamenava tra il vecchio e il nuovo, infiorando i suoi discorsi con: “Signori miei” e “Sono fiero” o “Mi duole”; intercalari divenuti proverbiali fra i maceratesi. All’epoca le correnti di pensiero e di azione convivevano educatamente e questa tranquillità permetteva al Sindaco di organizzare sfide di pallone a bracciale, giochi tra quartieri, innalzamento di palloni aerostatici, concerti di bande musicali, tornei in costume… finché gli riuscì di soddisfare la sua più grande ambizione: far recitare a Macerata l’impareggiabile Polidoro. Il 1° febbraio ne informò la città mediante un appariscente manifesto affisso nottetempo nello spazio riservato alle sue comunicazioni presso la frequentatissima Loggia dei Mercanti. Il testo era il seguente:
A Macerata, città antica, città d’arte, il 9 marzo 1880 reciterà il famoso Polidoro da Milano presso il Teatro Condominiale gentilmente concesso. Cittadini, accorrete al più importante avvenimento artistico del secolo.
“A lui inviato un messo: egli è latore d’immenso gaudio e plauso al grande attore”
il Sindaco
Si avvicinava il fatidico giorno quando, il 6 marzo, di mattina presto, venne affisso quest’altro manifesto:
Maceratesi, parte da Firenze e arriverà a Macerata con un giorno di ritardo sul previsto. Vi chiedo scusa e vi ringrazio per la garantita vostra massiccia presenza allo straordinario spettacolo.
“Sol pochi giorni ancor… e sale la tensione: beato chi godrà la rappresentazione!”
il Sindaco
Alle prime ore del 9 marzo, giorno inizialmente fissato per la recita, ecco che viene affisso un nuovo manifesto:
O Macerata, città antica, città d’arte, la tua fervente attesa deve ancor protrarsi. Il divino Polidoro è trattenuto a viva forza a Firenze per altri spettacoli. Partirà al più presto e sarà con noi quanto prima.
“Se da Firenze or ci viene doglianza, la sua venuta aumenta d’importanza”.
il Sindaco
Dopo alquanti giorni, precisamente il 21 maggio, i cittadini si trovarono a leggere un altro manifesto:
Cittadini, l’immenso Polidoro arriverà. E’ partito da Firenze e sosterà brevemente a Roma a incantare quel pubblico. Il suo impegno successivo sarà per la nostra impaziente città.
“Per l’assicurata affluenza, il teatro è ormai incapiente: gli proporremo di esibirsi in un più vasto ambiente”.
il Sindaco
A coloro che non pensavano più alla recita e avevano indossato per tutti i giorni il vestito comprato per quell’occasione, il 27 luglio venne quasi un accidente quando lessero ancora un manifesto così concepito:
Maceratesi, Polidoro arriva: è partito da Roma prelevato dalla nostra milizia comunale, a evitare ulteriori ritardi. In attesa del suo sicuro trionfo in uno scenario che è orgoglio e vanto della nostra antica città d’arte, sia unanime e caloroso il nostro benvenuto.
“Dal Condominiale allo Sferisterio. E’ stato esaudito il nostro desiderio”. il Sindaco
Il giorno dopo, 28 luglio, qualcuno, che non era l’attacchino comunale, coprì l’ultimo manifesto del Sindaco con un altro che lasciò tutti pienamente soddisfatti:
Illustre Signor Sindaco, uscendo da un incubo durato sei mesi, mitigato solo dalla sua vena poetica, riconosciamo il suo impegno e accogliamo il suo invito. Formuliamo perciò il nostro benvenuto al sommo attore, ma sia chiaro che:
“Anche se degno d’una statua d’oro, Macerata, città antica, città d’arte, dà in culo a Polidoro quando arriva e quando parte”.
i Maceratesi
(La rucola n° 40 a firma Arnaldo Rotoloni)