Tra natura e leggenda è ancora
una volta festa fantastica
Come Frodo, il protagonista del Signore degli Anelli di Tolkien, distrugge l’anello del potere, sconfiggendo le forze del male, anche Montelago Celtic Festival vince sulla vuotezza, sulla noia, sul disorientamento della società, sulla burocrazia e sulle “calamità”. Nella Terra di Mezzo di Taverne di Serravalle di Chienti (Mc) – altopiano di Colfiorito – la rassegna di musica e cultura celtica numero uno d’Italia fa risplendere il sole ed è, ancora una volta, festa fantastica. Gli Umbri e i Marchigiani, miti come le colline che li circondano, gli Hobbit dell’Appennino capaci di inaspettati picchi come le pareti dei Sibillini, diventano i custodi più veri di un mondo dalla vocazione fantasy dove, da tempo immemore, fiabe e superstizioni seguono trame comuni all’Epos del Nord Europa, tra danze vorticose, folletti dispettosi, fate e indomabili guerrieri. Pronti ad accogliere, coroncine di fiori in testa, scudi di legno in mano, chi viene da lontano, i forestieri, in un clima di pace e di armonia.
In 20mila da ogni parte d’Italia e del mondo
In questa 12ª edizione gli organizzatori di Arte Nomade confermano 20 mila presenze. Sono arrivati da tutta Italia e dai Paesi europei, soprattutto anglosassoni, dell’Est e anche dalla Francia con la voglia di immergersi per due giorni in un “altrove” e ritrovare, in mezzo alla natura incontaminata, un po’ di quel perduto spirito comunitario. Musica, rievocazione storica, fantasy, sport. Spettacolo ed emozioni con i grandi fuochi, l’avvincente battaglia degli eserciti, i 12 matrimoni celtici, gli attesi giochi del tiro alla fune e del lancio del tronco e della pietra, il torneo di rugby a 7, il Flowers of Montelago, patrocinato dalla Federazione Italiana e vinto dal Cus Perugia. E ancora: 6 seminari, un convegno, lezioni e letture partecipatissimi sull’universo Fantasy nella Tenda Tolkien, il luogo del sapere, cuore culturale della manifestazione, decine di stage di higland bagpipe, arpa celtica, chitarra acustica celtic style, arcieria, scherma e danze antiche, corsi dell’Accademia Artigianato con tanto di mercato celtico, passeggiate guidate alla scoperta del territorio, attività all’aria aperta, ingresso dall’alto in parapendio tandem. Senza dimenticare la musica, per un totale di 17 concerti e 36 ore di musica no-stop, con i migliori gruppi della produzione europea che unisce le sonorità della tradizione con le nuove tecnologie musicali, da vero palcoscenico del più significativo celtic folk revival.
Una distesa di tende
Migliaia le tende montate da chi ha approfittato del Festival per una vacanza alternativa. Il raddoppio dell’area camping e l’incremento del 10%, già dal 2013, degli arrivi del venerdì testimonia la voglia di restare e l’appeal della rassegna nei confronti di un pubblico eterogeneo, fatto non solo di giovani ma anche di adulti e famiglie con bambini. Perché Montelago è il motore che innesca una magia trascendente, mentre la fantasia ritrova quello spazio che sempre meno ha nel mondo di tutti giorni. È la passione dei volontari che promuovono l’accoglienza e che con l’aiuto della Protezione civile, delle Forze dell’Ordine e dell’Asur garantiscono tranquillità, prevenzione e sicurezza. È la coscienza dell’esercito “green” che, insieme con il Cosmari, tutela l’ambiente con la raccolta differenziata, sempre migliore. È il Festival di tutti e per tutti, il ritrovo di un Popolo, la bellezza di una comunità fatta di esperienze trasversali e di mille colori, unita ogni volta sotto le stesse stelle.
Gli effetti collaterali
E’nata una linea di birra dedicata a Montelago Celtic Festival. A lanciarla ci ha pensato il birrificio “Il Mastio” di Urbisaglia (Mc). Montelago Beer – quattro gusti diversi abbinati agli eventi del calendario celtico – sarà presto presente nei migliori pub d’Italia. Ecco quello che Montelago è capace di fare: valorizzare e promuovere un intero territorio. Forte dei suoi dodici anni di storia, il Carnevale celtico che calamita ogni anno 20 mila presenze sull’altopiano di Colfiorito produce un effetto a cascata che va oltre la festa. Perché Montelago coinvolge il territorio e le molteplici realtà che lo animano: i Comuni, le Pro Loco della montagna, le associazioni sportive e outdoor, le organizzazioni culturali, le piccole imprese locali, le ditte specializzate nei viaggi o nei gadget che investono sulla vasta portata della manifestazione, conosciuta in ben 40 Paesi d’Europa e del mondo. Col Festival cresce l’economia e fiorisce il turismo. Nei giorni di Montelago le strutture alberghiere e gli agriturismi della zona registrano il tutto esaurito, con beneficio anche per i piccoli borghi vicini, scrigni di tante eccellenze naturali, storiche, artistiche, archeologiche ed enogastronomiche. Non è un caso che sempre più Comuni chiedano di essere inseriti nel contesto della festa: l’ultimo in ordine di tempo è Nocera Umbra (Pg), tappa del cammino Appennino Tartan che da Assisi ha condotto fino al Festival. È un esempio concreto di distretto culturale evoluto MCF, ben vivo tutto l’anno: basti pensare alla festa di Capodanno Celtic New Year e alla rassegna invernale Snow, che catalizzano l’attenzione dei celtodipendenti in strutture come teatri, ville d’interesse storico-artistico e auditorium di Marche e Umbria, senza dimenticare l’incredibile successo nei maggiori social network mondiali, che ha destato l’attenzione della BBC inglese, e la crescita costante della rete nazionale di eventi e spettacoli con il patrocinio di Montelago, che diventa così il biglietto da visita, la bandiera dell’intrattenimento fantasy d’Italia.