Rubati i corni dei rinoceronti al Museo di Storia Naturale
Non molto tempo fa avevamo documentato in video http://larucola.org/2014/02/10/macerata-la-collezione-bernocchi/ la Donazione Bernocchi comprendente due spettacolari teste di rinoceronte, ora, purtroppo, rimaste orfane dei corni in quanto ignoti si sono introdotti di note nel museo rubando, appunto, i corni.
La cronaca
All’apertura del Museo ad accorgersi del furto, è stato il direttore Romano Dezi. I ladri avrebbero agito presumibilmente intorno alle 2.50 di notte, ora in cui dal vicino hotel Arcadia sono stati avvertiti alcuni rumori. I ladri, infatti, si sono introdotti all’interno del Museo di Storia naturale accedendo dal retro dell’immobile che lo ospita. Con l’aiuto di una scala hanno scavalcato il muro di cinta alto quattro metri dal lato di via Padre Matteo Ricci, e, una volta, arrivati nel giardino, hanno disattivato il sistema di allarme e staccato la spina della videocamera di sorveglianza. Indisturbati hanno quindi proseguito nel loro piano forzando con l’aiuto di un ferro, rivenuto sul posto, la porta di ingresso che conduce alle sale espositive e quindi hanno staccato i corni dei due rinoceronti esposti nella parte alta della stanza, a più di 2 metri dal pavimento, mandando in frantumi una vetrina. Una volta compiuto il furto i ladri hanno ricollegato sia l’allarme che la videocamera di sorveglianza. I corni rubati appartenevano a due teste di rinoceronte, risalenti agli anni ’60 – ’70, della collezione Bernocchi donata al Museo di Storia naturale nell’ottobre dello scorso anno. Secondo il direttore del museo si tratterebbe di un furto mirato così come altri avvenuti negli ultimi tempi in giro per il mondo. Sembra ci sia un traffico di corni a livello internazionale che consente ingenti guadagni. Infatti, secondo una credenza diffusa nella medicina tradizionale orientale, soprattutto cinese, il corno di rinoceronte avrebbe proprietà afrodisiache e curative. Per questo, una volta immesso sul mercato, avrebbe un valore di circa 70.000 euro al chilo. Sul furto, dopo i rilevi effettuati dalla Scientifica, sta indagando la polizia.
Il commento
Noi de La rucola siamo sinceramente dispiaciuti per l’accaduto, per il buon rapporto che abbiamo con Romano Dezi, di cui conosciamo e apprezziamo la passione per il lavoro che svolge, e per il valore di tutto quanto è ospitato nel Museo. Valore economico, nonché culturale, non compreso dagli Amministratori pubblici passati e presenti, che non sono mai stati in grado di assegnare al Museo locali più idonei e più proteggibili.
Dispiaciuta è anche l’Assessore Stefania Monteverde che scrive: “E’ come se qualcuno avesse violato la nostra casa. Una perdita grave per il nostro Museo di storia naturale, una delle eccellenze della rete museale cittadina, visitato ogni anno da migliaia di persone e che proprio in questi giorni di vacanza è meta di tanti turisti stranieri provenienti dalla Francia, dall’Inghilterra e dalla Germania. Alla luce di quanto accaduto non possiamo fare altro che potenziare ulteriormente il sistema di sicurezza già di per sé efficace”.
Bene, siamo contenti che, ora che i “buoi sono scappati”, si pensi di potenziare il sistema di sicurezza, anche se l’Assessore si poteva risparmiare di aggiungere il “già di per sé efficace”, visto che, avendo qualcuno fregato due corni di rinoceronte, tanto efficace non è stato.
Comunque non tutto il male viene per nuocere e speriamo che il furto abbia aiutato a non sottovalutare ma a capire appieno il valore di quanto abbiamo a Macerata.